Maurizio Cerino un giornalista investigativo contro il malaffare
La lotta alla camorra e al crimine organizzato è stato il live motive della sua professione che comincia al Roma e nelle radio private, poi passa a Napoli Notte e continua tutt’ora al mattino di Napoli dove lavora nella redazione web.
Nel 1994 gli è stato assegnato il “Premio Cronista dell’Anno” per i suoi articoli sulle connessioni tra massoneria e industria farmacologia.
Nel corso della sua attività professionale ha seguito l’evoluzione del fenomeno camorristico, dalla guerra scatenata dal boss Raffaele Cutolo, alla recente faida di Secondigliano e all’attuale geografia criminale. Ha scoperto l’inizio dell’inchiesta “Tangentopoli Vesuviana”, mettendo alla luce l’inquietante aspetto delle commistioni tra potere politico e organizzazioni camorristico-mafiose. Nel 1985 i suoi articoli sullo scandalo nettezza urbana permisero l’apertura di un’inchiesta contro un assessore e 44 coimputati . Il 30 maggio 1985 subì un attentato: rimase illeso solo per una fortunata coincidenza.
Ha scoperto l’esistenza di una “connection” internazionale per traffico di armi, di valuta e materiale radioattivo nella quale sono stati coinvolti esponenti di rilievo dei servizi segreti, vertici delle forze armate. La sua inchiesta fu acquisita agli atti del relativo processo alla fine del quale ci furono diversi condannati.
Dalla stessa inchiesta sono state individuate piste connesse alle uccisioni della giornalista Ilaria Alpi e del suo collega Miran Hrovatin, del giornalista Mauro Rostagno, del sottufficiale dei carabinieri, inserito nel Sismi, Vincenzo Li Causi.
Ha seguito l’alluvione di Sarno (maggio 1998, 137 morti) denunciando i tentativi di infiltrazione della camorra nei lavori urgenti per la messa in sicurezza dell’area.
Nel 1999 ha pubblicato il libro “Da Corleone a Torre Annunziata: il caso Siani”, in cui ha analizzato la vicenda dell’omicidio del giovane cronista partenopeo. Ha sceneggiato diversi film sulla vicenda Siani e sulla scomparsa della piccola Angela Celentano.
Perché si presenta al Fondo? Semplice perché adesso si vince e possiamo lavorare seriamente per difendere, Fondo, INPGI e la professione giornalistica.
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