Francesco Badalamenti, un giornalista contro la mafia
Francesco Badalamenti, siciliano, ha dedicato la sua vita professionale a combattere contro mafie e consorterie. Ha vissuto in una terra difficile e pericolosa ma non ha mai piegato la schiena. Ora si presenta come candidato al consiglio d’amministrazione del Fondo Complementare nel nome della trasparenza e dell’onestà. Oltre che della buona gestione.
“Occorre aprire gli armadi e vedere cosa contengono. Trasparenza e pulizia devono essere le nostre parole d’ordine”, sostiene.
Nato a Palermo nel 1956, al Giornale di Sicilia dal 1984. Si è occupato di antimafia, cronaca nera e giudiziaria. Ha firmato centinaia di articoli sui principali fatti di sangue e le più importanti inchieste. Dall’omicidio del prefetto Dalla Chiesa al maxiprocesso, dalla campagna di sterminio contro i familiari dei pentiti al sequestro Sindona. Dall’89 al ’94 ha fatto una breve parentesi a capo della televisione TGS. Poi è tornato al GdS capo del notiziario e delle cronache siciliane. Dal 2008 al 30 giugno scorso, quando è andato in pensione, è stato segretario di redazione.
Per 6 anni è stato in CdR, per 3 nella giunta nazionale dei Cronisti, è stato nell’assostampa siciliana, nella Casagit e nel consiglio generale dell’INPGI e fiduciario regionale. Conosce quindi bene i nostri enti da cui è uscito disgustato non condividendone la gestione. Ora, con la possibilità di cambiare davvero le cose, si candida per il Fondo.
E’ bene ricordare che Francesco è stato l’unico giornalista del consiglio generale dell’INPGI a votare contro la decisione di assegnare al presidente Andrea Camporese il maxi-stipendio di cui gode.
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