FNSI/Risolvere la questione morale per rifondare il nuovo sindacato

FNSI/Risolvere la questione morale
per rifondare il nuovo sindacato

di Massimo A. Alberizzi

 

Esiste una questione morale all’interno degli organismi di categoria, una questione che non è soltanto fatta di possibili reati, di cui lascio la valutazione e la competenza alla magistratura. No, è fatta di metodi discutibili utilizzati da questa dirigenza della FNSI per mantenere il potere e gestirlo senza dover dar conto ai colleghi.

 

I dirigenti, per avere le mani libere e fare e disfare tutto ciò che vogliono, sono riusciti ad annichilire la gran massa dei giornalisti che, a questo punto, manifestano una mancanza di reattività. Raccogliendo le firme per presentare la lista di Senza Bavaglio in Lombardia, mi sono spesso trovato davanti a persone che ripetevano: “Provo disgusto per quello che sta accadendo nel sindacato”. Ormai mobilitare i colleghi è impossibile: questa dirigenza non ha la credibilità per poterlo fare. Occorre mandarla a casa.

 

Purtroppo anche chi non si occupa e non vuole occuparsi di sindacato, spesso non sa che sarà il sindacato a occuparsi di lei/lui. Noi possiamo non iscriverci, punire i dirigenti non pagando le quote, stracciare la tessera. Può soddisfarci al momento, ma non riusciremo a scrollarci di dosso quella “tutela” (negativa) che esercita su di noi il sindacato.

 

Non possiamo, purtroppo, sottrarci alle regole stabilite dal contratto collettivo – regole che valgono anche per chi non è iscritto al sindacato – se non facendo causa all’azienda per cui lavoriamo. Un po’ complicato! I non contrattualizzati, ovviamente non hanno neppure questa possibilità, seppure remota.

 

D’altro canto, se noi siamo iscritti o non siamo iscritti all’Associazione Regionale di Stampa non importa un granché ai dirigenti. Non sono le nostre quote che interessano loro.

 

Le associazioni regionali di stampa non vivono con le quote delle iscrizioni. Sono invece sostenute in gran misura dai contributi versati dall’INPGI e dalla CASAGIT. Ammesso e non concesso che i versamenti alle regioni siano giustificati dai servizi forniti ai soci per conto di INPGI e CASAGIT, quelli travasati alla FNSI non lo sono affatto. Diciamo che sono un regalo.

 

Quel denaro è dell’INPGI, quindi di tutti i giornalisti iscritti all’INPGI (anche di coloro che non sono iscritti al sindacato) che potrebbero chiedere di andare a vedere il perché di quella donazione e come quei soldi vengono spesi. Il paradosso è questo: il denaro che appartiene ai giornalisti viene versato alla FNSI che fa una politica contro i giornalisti. Cioè, noi giornalisti armiamo la mano del nostro carnefice. Curioso e assurdo, ma è così.

 

La nota sul bilancio della FNSI spiega bene come vengono spesi quei soldi. Grida veramente vendetta il gettone di presenza che i membri di giunta si sono autoassegnati. Non è tanto per la cifra (che, comunque, non è da trascurare 78 euro per tutti e 100 per i freelance) quanto per la segretezza con cui questa gente ha agito: mantenendo la riservatezza sulla questione che non è mai stata resa pubblica. La cifra spesa per pagare i sindacalisti NON compare in bilancio, forse è affogata da qualche parte.

 

Questa è la dirigenza della FNSI. Se continuerete a votarla rischiate di sprofondare ancora di più nel baratro.

 

Il programma di Senza Bavaglio non è fatto di vuote parole ripetute in continuazione cosicché diventino verità. Noi vi assicuriamo che, se ci darete fiducia con il vostro voto,

– Disdetteremo immediatamente questo contratto per riaprire le trattative

– Organizzeremo i non contrattualizzati in Organismo di Base a modello dei giornalisti RAI in modo tale che diventino più forti liberandosi dal controllo delle burocrazie sindacali.

– Taglieremo i rimborsi spese e le prebende ai sindacalisti in modo tale da utilizzare quel denaro per pagare un ufficio legale da mettere gratuitamente a disposizione dei colleghi che ne hanno bisogno.

– Denunceremo quegli editori che non pagano quanto da loro dovuto al fondo dell’ex fissa, come prevedono gli accordi.

– Organizzeremo il sindacato in maniera agile e snella mandando a casa quel gruppo si sindacalisti che pur facendo poco o nulla oggi vive a Roma a spese nostre.

– Organizzeremo il Circolo della Stampa di Milano, oggi sull’orlo del fallimento, come casa di tutti i giornalisti, con un collega autorevole e di prestigio (e non un sindacalista) alla presidenza.

– Chiederemo la restituzione immediata ai membri della giunta attuale di quei soldi che sono stati versati a titolo di gettone di presenza.

– Applicheremo al bilancio la più completa trasparenza. Basta con le spese pazze e le note a piè di lista senza controllo. Intanto vogliamo sapere perché alcuni membri di giunta viaggiano sempre in taxi. A noi non sembra una cosa normale.

 

Massimo A. Alberizzi

massimo.alberizzi@gmail.com

twitter @sbavaglio

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