Io non l’ho ricevuta, ma un collega me l’ha girata. Parlo dell’e-mail inviata da Maria Grazia Molinari non so se a una mailing-list di colleghi più o meno amici quanto meno di “corrente” o se a (quasi) tutti gli iscritti al Fondo complementare. Vale a dire, al Fondo per il quale sono state indette elezioni dal 6 al 9 marzo senza che Senza Bavaglio sia stato informato o ne abbia comunque avuto sentore. Forse qualcuno ha confuso il “Senza” di Senza Bavaglio con quello di Senza Informazione, “corrente” che non esiste se non nei comportamenti di troppi dirigenti dei nostri organi professionali.
Ironia a parte, nella sua lettera la collega Molinari ringrazia i suoi sostenitori, informa che “facevo parte del Cda appena scaduto: ora sono di nuovo tra i candidati” e invita quindi i destinatari a votarla per rieleggerla nel Consiglio d’Amministrazione del Fondo. Mi ha colpito la frase finale della missiva di Molinari: “Colleghi tutti, Vi invito a non trascurare queste elezioni: non sono minori, tutt’altro. Riguardano i vostri soldi e quindi il vostro futuro”.
Frase che mi fa tornare in mente la domanda che m’è venuta spontanea dopo avere sentito parlare il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti, collega Giovanni Negri, dell’importanza non solo locale di Senza Bavaglio all’assemblea per l’approvazione del bilancio dell’Associazione stessa. La domanda è questa: se si riconosce pubblicamente e autorevolmente – per bocca rispettivamente di Negri e Molinari – che sono importanti sia le elezioni per il Fondo che, nel suo piccolo, anche Senza Bavaglio, perché allora non spostare le elezioni in modo da permettere anche a Senza Bavaglio i presentare suoi candidati?
La domanda che resta valida anche nel caso, peraltro inesistente, che le comunicazioni ci siano state, per giunta capillari, e che Senza Bavaglio non se ne sia accorta per distrazione. Moriva qualcuno se le elezioni per il rinnovo del CdA del Fondo slittavano di una o due settimane?
Il Fondo è importante, certo, come riconosce anche Maria Grazia Molinari. Ed è proprio per questo che non ce la sentiamo di avvalorare una fretta o una disinvoltura che mal si addicono a una cosa importante come il Fondo. E’ bene che ognuno si prenda le sue responsabilità, compresa la responsabilità di non voler spostare la data per permettere una partecipazione elettorale più vasta.
Ecco perché come Senza Bavaglio ribadiamo l’invito a non andare a votare: essere passivi al traino anziché protagonisti attivi non è mai una cosa buona. Specie per dei giornalisti.
Pino Nicotri
Senza Bavaglio
Consigliere generale Inpgi
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