Il premio “Faccia di Bronzo” a Stampa Democratica, alle sue bugie e alle sue promesse

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 21 gennaio

Oggi il premio “Faccia di Bronzo” se lo è aggiudicato senza fatica e senza alcun ripensamento, staccando gli altri concorrenti di un po’ di lunghezze, la corrente di “Stampa Democratica”.

In un testo uscito da qualche parte, si attacca Senza Bavaglio perché si è permesso di rivolgersi al giudice contestando i metodi usati – e finora definiti scorretti dal magistrato – per far approvare il nuovo statuto della Lombarda. “Lesa Maestà”, dunque.

Questa volta però c’è poco da ridere. E il post di Stampa Democratica è pericolosissimo, in quanto mette in discussione i fondamenti stessi della democrazia. Il post comincia con queste parole: “La maggioranza della Lombarda e degli iscritti al sindacato Lombardo non sono d’accordo con me? Non sono riuscito con la normale dialettica e discussione sindacale a imporre una mia idea a tutto il resto del direttivo? Non accetto le decisioni della maggioranza e vado dal giudice.  Mi attacco ad argomentazioni pretestuose, faccio ricorso su presunti vizi di forma , dico che non si doveva votare online ma con le buste di carta (sì, avete capito bene, con le raccomandate di carta) e cerco di portare i colleghi alle elezioni anticipate. Così magari stavolta vinco io. Forse.”

E’ possibile che questi colleghi non sappiano che la democrazia è fatta di regole e norme necessarie per garantire la convivenza pacifica, il libero scambio di idee e di opinioni e per garantire sintesi e governabilità? No, la loro ambizione infatti non ha limiti. Vogliono restare ancorati ai loro posti per poter discutere il nuovo contratto di lavoro che sarà peggio di quello firmato nel 2014 che si ostinano a difendere e che ha permesso decine di licenziamenti.

E secondo Stampa Democratica noi, scippati dei nostri diritti con metodi giudicati illegali non avremmo dovuto fare ricorso? Pretesa assurda, giustificata solo da una presunta lesa maestà. Ma se durante una partita di calcio l’avversario ti fa lo sgambetto, non è normale rivolgersi all’arbitro? Ancora di più in questo caso, dove la posta in gioco è più alta: il lavoro e la vita dei giornalisti. E noi ci siamo rivolti al giudice perché Negri e compagni non hanno rispettato le regole. Questo finora l’ha detto un giudice, non io o Senza Bavaglio.

Il post di Stampa Democratica (potrei scommetterci, ispirato da Giovanni Negri), che pubblichiamo integrale qui sotto, è esilarante, perché pieno di bugie e concetti illogici e scombinati. I signori di Stampa Democratica si vedono tremare la terra sotto i piedi, sanno che se andranno alle elezioni le perderanno e allora sparano menzogne per cercare di screditare i colleghi di Senza Bavaglio e il loro lavoro, rivolto a difendere quei giornalisti ormai da anni abbandonati a se stessi da un sindacato insensibile ai licenziamenti, alle redazioni depauperate e ai compensi dei freelance erosi da editori sempre più ingordi.

Il tribunale, con una sentenza che la Lombarda non ha neppure impugnato perché sapeva di perderla, ha sancito che i dirigenti sindacali hanno violato lo statuto. Non è una sentenza di merito ma sospende gli effetti di una votazione giudicata scorretta. O i colleghi di Stampa Democratica non hanno letto la sentenza oppure stanno mentendo. Il giudice infatti non ha sospeso le deliberazioni con cui è stato approvato il nuovo statuto autoritario soltanto perché le votazioni si sono svolte con un metodo scorretto. Lo ha sospese per “l’assenza di discussione assembleare”, cosa che ha violato l’articolo 32. La sentenza la trovate qui.

Ma la sentenza continua: “Tale violazione appare grave, poiché ha consentito di adottare una delibera con la quale si è modificata in profondità la struttura di governo dell’Associazione a prescindere dal metodo collegiale, che caratterizza l’organizzazione delle associazioni e che era espressamente contemplato nell’art.32, precludendo il diritto di partecipare alla discussione”. Cioè i dirigenti della Lombarda hanno impedito l’esercizio di un diritto.

Dunque i sindacalisti di professione, segnatamente quelli che fanno capo alla corrente di Stampa Democratica, hanno violato lo statuto. Cioè hanno commesso un illecito, ancorché civile. Inoltre i vizi di forma non solo non sono di forma, ma sono sostanziali, come scrive il giudice nella sentenza. E non sono presunti, come sostengono con una bugia clamorosa i nostri violatori di norme e statuti. E’ deprimente constatare poi che il sindacato sia in mano a dirigenti che definiscono argomentazioni pretestuose le richieste di rispettare regole e statuti. I colleghi cui il giudice ha dato ragione rivendicano qualcosa che in democrazia viene considerato normale, anzi essenziale nell’organizzazione di sociale: il rispetto dei patti.  

Ed è preoccupante il modo farsesco con cui i carnefici tentano di trasformarsi in vittime. I colpevoli non siamo noi, ma loro che hanno violato lo statuto del quale dovrebbero essere i custodi.

Altra menzogna è quella secondo cui Senza Bavaglio cercherebbe “di portare i colleghi ad elezioni anticipate”. Ma quali elezioni anticipate! Lo statuto della Lombarda in vigore prevede che i dirigenti siano rinnovati ogni tre anni. Perucchini e soci sono scaduti il 22 dicembre scorso, come i presidenti africani che conosco bene non vogliono scollarsi dalle loro poltrone, cui si sono inchiodati. Non siamo noi che chiediamo elezioni anticipate, piuttosto sono loro che stanno procrastinando la loro uscita. Dobbiamo rivolgerci ancora ai giudici? Lo faremo, senza essere intimiditi da gente che pur essendo stata condannata per aver violato lo statuto, continua imperterrita nelle violazioni. E che pur di difendere le proprie sconclusionate conclusioni non esitano a insultare la propria intelligenza.

E attenzione. Pur di restare al loro posto questi signori vi verranno a dire che le elezioni costano, che occorre risparmiare, che non si possono fare. Sparano cifre che nessuno ha potuto controllare. Ricordano i politici italiani che promettono, promettono, promettono.  Mostrano in tutta la loro arroganza un profondo disprezzo per i colleghi e per la democrazia. La democrazia ha un costo, invece una bella dittatura non costa nulla e lascia a un uomo solo al comando tutto il diritto di pugnalare alle spalle i colleghi, di fare il bello e il cattivo tempo. E’ quello che stanno facendo questi dirigenti della Lombarda appiattiti sulle posizioni della FNSI: hanno permesso che decine di colleghi perdessero il lavoro, che le redazioni fossero distrutte, che fosse riconosciuta agli editori “una serie impressionante di concessioni” (queste parole sono contenute in un documento di Stampa Romana.

Massimo A. Alberizzi

Questo il testo della Nota di Stampa Democratica

La maggioranza della Lombarda e degli iscritti al sindacato Lombardo non sono d’accordo con me? Non sono riuscito con la normale dialettica e discussione sindacale a imporre una mia idea a tutto il resto del direttivo? Non accetto le decisioni della maggioranza e vado dal giudice.  Mi attacco ad argomentazioni pretestuose, faccio ricorso su presunti vizi di forma , dico che non si doveva votare online ma con le buste di carta (sì, avete capito bene, con le raccomandate di carta) e cerco di portare i colleghi alle elezioni anticipate. Così magari stavolta vinco io. Forse.

Ecco cosa sta succedendo, colleghi della Lombardia, nel vostro sindacato, grazie alla componente Senza Bavaglio coadiuvata , almeno in parte, dalla componente di Unità sindacale.

Forse molti di voi ricorderanno, cari giornalisti iscritti al sindacato, di avere approvato lo scorso marzo, con voto elettronico, il nuovo statuto della Alg. Elaborato da tutte le componenti del direttivo dopo ampia discussione . La riforma – lo avevamo spiegato ampiamente – si rendeva necessaria per svecchiare uno statuto ormai fuori dalle regole federali e fatto quando ancora non esisteva nemmeno internet.

Oltre mille colleghi avevano aderito alla consultazione elettronica approvando il nuovo statuto. Nel quale, tra le altre riforme che lo allineavano alle regole Federali, c’era l’allungamento della consiliatura da tre a quattro anni, come già stabilito per la Fnsi dal congresso di Bergamo nel 2011.

Tra l’altro, il mandato di 4 anni non è una novità per la Lombarda: l’assemblea degli iscritti, pur con uno statuto che prevedeva ancora tre anni di mandato, aveva già stabilito nel 2013 di prorogare le cariche Alg di un anno per allinearsi alle norme federale.

Questo aveva consentito di votare, come si è sempre fatto, in un unico giorno e dunque in un’unica tornata elettorale, sia per la Lombarda che per la Fnsi. Ricordiamo infatti che in Lombardia organizzare una elezione costaall’Associazione circa 35mila euro. Un unico turno elettivo 35mila. Due turni, 70mila.

Questa volta il problema non doveva nemmeno porsi, perché gli iscritti hanno approvato, con 1002 sì e 34 no, un nuovo statuto che oltre ad altre importanti e necessarie modifiche, ha portato il mandato a 4 anni.

E invece no. Perché alcuni colleghi della corrente Senza Bavaglio, che fa capo a Massimo Alberizzi, malgrado 17 incontri del gruppo di lavoro che ha discusso ampiamente sulle modifiche – gruppo cui partecipavano tutte le componenti, anche Senza Bavaglio – non erano contenti della sintesi. Volevano imporre la loro idea a tutti. Punto.

Alla fine, la maggioranza ha deciso la sintesi, ha approvato la bozza e inviato lo statuto alla consultazione assembleare. Voi avete votato. Si è registrata una grande partecipazione al voto, malgrado molto di voi – molti di noi – abbiano ben altro a cui pensare, vedi per esempio gli stipendi tagliati dagli Stati di crisi,il precariato da fame, il collasso del sistema dell’editoria.

Voi avete votato. Ma alcuni colleghi  di Senza Bavaglio, capitanati da Alberizzi, non hanno accettato la decisione della (stragrande ) maggioranza . E allora via, dal giudice. A dire per esempio che non c’ è stata discussione (17 incontri) esoprattutto che avete votato elettronicamente e non con le buste raccomandate di carta (a proposito, il voto elettronico costa la metà di quello cartaceo e favorisce la partecipazione al voto). Così, un giudice ha sospeso lo Statuto. In attesa di un giudizio di merito, visto che Alberizzi è andato avanti col ricorso, dopo la prima sospensione. La prima udienza è prevista a Marzo. 

Ergo, il nuovo Statuto è sospeso perché avete votato online. Dunque è in vigore il vecchio Statuto, dove il mandato era tre anni. Ecco dunque il direttivo Alg costretto, per evitare spese assurde, due votazioni da qui a dicembre (a fine anno si vota anche per la Fnsi)  e SOPRATTUTTO per rispettare la volontà politica degli oltre mille iscritti che hanno votato il nuovo statuto, lo ripetiamo, 1002 contro 34, a demandare ancora una volta all’assemblea dei soci, come già si fece nel 2013, la decisione di prorogare il mandato. L’assemblea è già convocata per il 26 gennaio. Rispetto, buon senso, economia:  e questo sarebbe, secondo i Senza Bavaglio, “stare attaccati alle poltrone “. En passant, non si capisce perché i colleghi di Senza Bavaglio eletti al direttivo non abbiano fatto ricorso a suo tempo contro la propria  elezione: se guardate il vecchio Statuto, circa il rinnovo delle cariche sociali, si parla chiaramente di urne e schede, eppure abbiamo votato  tutti online. Ma nessuno degli eletti ha fatto ricorso. Come mai? Attaccamento alle poltrone?

Condividi questo articolo