Giustizia contro democrazia: il TAR chiede a Report di svelare le fonti

Speciale Per Senza Bavaglio
Francesca Canino
20 giugno 2021

Con sentenza pubblicata il 18 giugno scorso dal Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, è stato parzialmente accolto il ricorso proposto da Andrea Mascetti contro la Rai nei confronti dei giornalisti Sigfrido Ranucci e Giorgio Mottola.

Mascetti, avvocato di area leghista vicino al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha chiesto nei mesi scorsi l’accesso agli atti, in possesso della redazione di Report, inerenti il servizio che lo riguardava nella puntata del 26 ottobre 2020.

Il Tar ha intimato ora alla Rai di provvedere all’ostensione degli atti, documenti, dati e informazioni richiesti dal ricorrente, nessuno escluso, ai sensi degli artt. 22 e segg. della L. n. 241/1990 o ai sensi dell’art. 5, comma 2, del D.Lgs. n. 33/2013, ovvero ai sensi di alcune leggi emanate per la gestione degli atti amministrativi. Voler ridurre il lavoro giornalistico a meri atti amministrativi è operazione incomprensibile che forse sottende altri intenti. Noi difendiamo la libertà di stampa, oggi sotto attacco da tante parti e ne parliamo con Sigfrido Ranucci, conduttore di Report.

La sentenza del Tar Lazio è insidiosa perché mina la libertà di stampa ed equipara i giornalisti Rai ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, è così?

Si può paragonare un giornalista del servizio pubblico che fa inchieste a un impiegato amministrativo? È folle, è come dire che i giornalisti Rai uccisi nell’esercizio delle loro funzioni sono stati fatti fuori per atti amministrativi. In questo modo si genera una perversione: chi invierà più mail alla Rai se sa che può intervenire il Tar e chiedere di rendere ostensibile ciò che è pervenuto ai giornalisti? Inoltre, ciò crea una divisione tra il servizio pubblico e il lavoro giornalistico svolto nelle testate private.

Il Tar, chiedendo l’ostensione degli atti, ha ‘dimenticato’ che non si tratta di atti amministrativi?

Noi abbiamo prodotto atti giornalistici, tutte le mail sono state inviate per avere informazioni, quali sarebbero, dunque, gli atti amministrativi? Dobbiamo, invece, chiederci, cosa vuole farci Mascetti con questa roba? Vuol sapere chi è l’impiegato dell’ente pubblico che ci ha dato le informazioni? Per fare cosa? Il problema è: sono vere o sono false quelle informazioni? Sono vere e questo deve bastare.

La sentenza restituisce un’immagine di Mascetti poco edificante, sembra essere la prova inconfutabile di azioni discutibili da lui commesse.

Credo che questo sia un esercizio del potere, che è intimidatorio, il messaggio è chiaro: non dovete fare inchieste perché potreste essere sottoposti al giudizio del Tar, dell’Agcom, della Vigilanza Rai. È un periodo bruttissimo per i giornalisti liberi, ci sono segnali gravissimi.

Questa massima di Joseph Pulitzer sembra racchiudere i principi del lavoro di Sigfrido Ranucci. E’ bene ricordarla perchè sono in tanti vorrebbero cacciarla nel dimenticatoio. Questa frase campeggia nella pagina Facebook di Senza Bavaglio

La sentenza costituisce un pericoloso precedente: mira a imbavagliare i giornalisti Rai e non solo. Ci provano in tanti, ora è la volta del Tar.

Ritengo che il problema sia determinato dalla debolezza della politica e delle Istituzioni, c’è un’invasione di campo che mortifica di fatto le varie Istituzioni.

Attendiamo ora le decisioni del Consiglio di Stato?

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa in merito il ministro della Giustizia, che è il custode dell’albo dei giornalisti. Spero in un suo intervento se non si vuole creare un albo di giornalisti di serie A e uno di serie B con i giornalisti del servizio pubblico. Ciò limita la libertà di stampa. Si tenga presente che l’attività di giornalismo investigativo all’interno del servizio pubblico della Rai è reso possibile anche dal pagamento del canone Rai. Si può ipotizzare che il cittadino che paga il canone sia penalizzato rispetto al cittadino che guarda altre Tv? Non è possibile, è incostituzionale. Noi continueremo a fare il nostro lavoro, abbiamo alle spalle un’azienda che ci tutela, l’ufficio legale Rai si è già mosso per il ricorso al Consiglio di Stato. Quello che ancora non si capisce è: quali sarebbero gli atti amministrativi che dobbiamo dare?

In attesa di conoscere la risposta, speriamo in una vittoria per tutti voi.

Questa sarà una vittoria della democrazia, non di Report.

Francesca Canino
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