Il rilancio di Rcs parte con 38 esuberi. Su 134 giornalisti

Senza Bavaglio
Milano, 17 aprile 2021
Le redazioni della RCS periodici sono sul piede di guarra dopo che l’editore ha annunciato pesanti tagli. Mentre i giornalisti chiedono investimenti per rilanciare le testate, l’azienda risponde annuciando un ridimensionamento del personele di chi ogni giorno i giornali. li produce con il proprio lavoro. Mentre ormai da più parti si sostiene che solo il giornalismo di qualità potrà resistere e sopravvivere alla crisi, gli editori sembrano incuranti a queste analisi e a queste previsioni. I bilanci della RCS sono in utile, non si riesce a capire il perchè di questa politica suicida delle proprietà, non solo della RCS. Qui pubblichiamo la pesante, ma necessaria, presa di posizione del CdR della “Prrioidici”.

“I giornalisti dei Periodici Rcs ritengono inaccettabile il piano di riorganizzazione presentato dall’azienda che prevede una cassa integrazione al 30 per cento, la dichiarazione di 38 esuberi su un organico di 134 giornalisti e una condivisione trasversale di servizi tra le diverse redazioni. Una richiesta che mette a rischio non solo la qualità dei nostri giornali ma anche la loro uscita in edicola e la pubblicazione online.

Urbano Cairo il un’espressione che sembra dire: “E io che ci posso fare?”
Tutto ciò a fronte di un Bilancio del Gruppo in attivo, nella totale assenza di un piano di sviluppo industriale e di nuovi progetti che i giornalisti chiedono da tempo. Progetti in grado di fornire strumenti adeguati per affrontare le sfide degli anni a venire, che diano slancio e assicurino una proiezione verso il futuro alle nostre testate. Obiettivi questi che peraltro rendono indispensabili nuove assunzioni di giornalisti, non certo dei tagli.
Quello che viene proposto dall’azienda, invece, è una presunta trasformazione digitale che ha come solo fine il perseguimento di logiche di marketing e la presenza sui social.
Inutile dire che gli investimenti previsti nei 19 mesi del piano, pari a 1,9 milioni di euro, risultano del tutto inadeguati.
Se, come è sottolineato nel Bilancio, l’offerta informativa dei Periodici Rcs è sempre rimasta accesa nel drammatico periodo della pandemia, che ancora stiamo vivendo, questo è grazie anche alla professionalità dei giornalisti che hanno garantito uscite puntuali e standard di qualità elevati. Elementi che hanno consentito ai nostri giornali di conseguire, nell’anno passato, una performance di mercato migliore rispetto ai competitor.
La sola Periodici non può e non deve pagare una contrazione dei ricavi che incide, come da Bilancio, su tutte le componenti del Gruppo.
Sono pretese, quelle di Rcs, che aumentano una volta di più l’intollerabile politica di sperequazione tra giornalisti e management aziendale – cui continuano a essere elargiti consistenti bonus – pretese che risultano ancora più stridenti con la previsione di distribuire dividendi ai soci.
Per tutte queste ragioni il CdR dei Periodici Rcs si impegna a non proseguire alcuna trattativa sindacale finché questo piano di riorganizzazione non verrà ritirato.
Il CdR dei Periodici Rcs”

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