Senza Bavaglio
Roma, 15 dicembre 2017
“Porta a porta non è una testata giornalistica, è un talk show, quindi Bruno Vespa dovrebbe limitarsi a fare intrattenimento, e non informazione politica, quanto meno nei periodi di campagna elettorale”. La pensa così il senatore del Movimento 5 stelle Alberto Airola, membro della commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi, il quale ha presentato un emendamento al nuovo contratto di servizio Rai, volto appunto a evitare che programmi come Porta a Porta o Che tempo che fa di Fabio Fazio possano ospitare politici in campagna elettorale. Il nuovo contratto di servizio è in discussione proprio in questi giorni nella commissione presieduta da Roberto Fico.
Le regole della campagna elettorale nella tv pubblica sono definite dalla commissione di vigilanza con la delibera sulla par condicio e, secondo quanto normalmente previsto, per poter ospitare i politici nella fase prima delle elezioni, i programmi delle reti devono essere ricondotti sotto la responsabilità di una testata giornalistica.
“Vespa – prosegue Airola – è un conduttore che per aggirare la deroga al tetto ai compensi ha un contratto da ‘artista’. Stando così le cose, non dovrebbe poter ospitare politici in par condicio, perché non è inquadrato come giornalista”.
Il compenso di Bruno Vespa per Porta a Porta da quest’anno è stato ridotto da 1 milione 930 mila euro a 1 milione 200 mila per 120 serate. Il contratto non è più triennale ma biennale, ma l’inquadramento da “artista” ha permesso a Vespa di sforare senza problemi il tetto dei 240 mila euro lordi di compenso che, come ha chiarito il governo, non va applicato agli artisti, appunto.
Secondo quanto ha riferito in commissione il segretario del sindacato dei giornalisti Rai (UsigRai), Vittorio Di Trapani, il conduttore ha dichiarato in un documento all’azienda che se non avesse accettato di sottoscrivere il contratto come artista, bensì come giornalista, si sarebbero dovuti regolarizzare come giornalisti anche i suoi collaboratori.
Dichiarazione “sgradevole”, secondo Di Trapani, per Airola invece è “ignobile” il comportamento di Vespa, “pronto quindi anche a sacrificare chi lavora con lui da anni e magari già doveva godere di certi diritti”.
Insomma, i grillini chiedono che sia chiara la linea di demarcazione tra i generi dei programmi televisivi. Per questo propongono l’introduzione per tutti gli spazi di approfondimento in Rai di una sovrimpressione, un ‘bollino’ che avvisa gli spettatori che non quel programma non fa informazione, bensì intrattenimento.
Senza Bavaglio
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