Andrea Garibaldi spiega i pasticci di una legge che non risolve i problemi dell’Ordine

dalla pagina faceboolk di
Andrea Garibaldi
Roma, 23 attobre 2017

Ancora una nota per le amiche giornaliste e gli amici giornalisti.

Vi ho rotto a lungo le scatole per chiedere di votarmi come candidato consigliere dell’Ordine dei giornalisti e tutto è finito così: eletto con molti voti (il secondo in Italia, credo) e dichiarato non eleggibile. A causa di una norma inserita nell’ultima legge di riforma dell’Ordine (15 maggio 2017): “i candidati devono avere una posizione previdenziale attiva”. Ho pensato che, avendo versato contributi all’Inpgi per quasi 38 anni, la cosa non mi riguardasse. Mi è stato spiegato invece che quella frase significava dover essere iscritto a Inpgi 2, la branca del nostro istituto che si occupa del lavoro giornalistico autonomo. Quindi scelto da tanti ma fuori dal consiglio dell’Ordine.

Chiedo scusa a tutti coloro che mi hanno votato e a tutti coloro che ho disturbato con la mia propaganda elettorale.
Visto che sono finito dentro questo guaio, segnalo alcune anomalie della norma che mi ha punito, per chi volesse un giorno cambiarla:

-la “posizione previdenziale attiva” è richiesta per l’Ordine nazionale, ma non per gli Ordini regionali: perché?

-la posizione previdenziale non attiva segnala una persona che non sta svolgendo attività giornalistica, un non occupato, un disoccupato. Perché costui non potrebbe candidarsi visto che l’Ordine è fatto anche da molti non attivi (che magari vorrebbero lavorare)? La norma appare discriminatoria. Può avere un senso solo per i pubblicisti, per assicurarsi che chi occupi un ruolo istituzionale svolga davvero un’attività giornalistica, ma non per chi ha fatto il giornalista per anni.

-tutta la politica – anche sindacale – degli ultimi anni ha reso difficile il percorso lavorativo di chi è in pensione: prepensionamenti favoriti da accordi aziendali coercitivi, divieto per i prepensionati di lavorare nell’azienda dove si è prestato servizio; tetti retributivi. A fronte di questo, perché impedire anche di svolgere un ruolo nelle istituzioni di categoria?

-se esistono categorie di giornalisti non candidabili gli Ordini regionali dovrebbero rendere noti i nomi agli elettori nel primo turno, quando tutti gli iscritti possono essere votati, ma soprattutto prima del ballottaggio quando i sedici nomi dei più votati vengono stampati sulla scheda per sceglierne otto. Se si stampano nomi di non candidabili (come è avvenuto nelle ultime elezioni) si svia la volontà degli elettori.

Andrea Garibaldi

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