Senza Bavaglio
Roma, 26 Maggio 2017
Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Francesco Storace (La Destra) ha licenziato il proprio addetto stampa, Fernando Magliaro. Dopo vari e vani tentativi di seguire la via delle contestazioni disciplinari, con l’evidente obiettivo di un licenziamento per giusta causa, l’ex governatore del Lazio ha fatto in modo che l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori (Pd), cancellasse dal regolamento d’organizzazione la posizione ricoperta da Magliaro. Il collega era finito nel mirino del capo della segreteria di Storace, Roberto Buonasorte, al quale l’ex governatore aveva dato indicazioni, affinché si arrivasse, in un modo o nell’altro, alla conclusione del rapporto di lavoro, prevista a fine legislatura.
“L’ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio – si legge nella nota che porta la firma del segretario di Stampa romana, Lazzaro Pappagallo – ha scritto una bruttissima pagina nella storia delle relazioni sindacali. A otto mesi dalla fine della legislatura l’Ufficio di Presidenza ha deciso la soppressione della figura dell’addetto alla comunicazione dei due vicepresidenti del Consiglio regionale, Storace e Ciarla. Contemporaneamente, l’Ufficio di Presidenza porta da 2 a 3 gli addetti stampa del presidente Leodori, con l’ovvio ripescaggio di uno solo dei due addetti stampa licenziandi. Dimostrando, in questo modo, quanto questa delibera sia ad personam”.
“Da svariati mesi – prosegue la nota dell’Asr – il collega Fernando Magliaro sta subendo da parte di Storace un crescendo di mobbing e di demansionamento. Fino a una sequenza di richiami disciplinari che anche gli uffici regionali si sono rifiutati di tradurre in un licenziamento di Magliaro per giusta causa. Esaurita la strada dei procedimenti disciplinari, lo stesso Storace – pur di non passare formalmente per ‘quello che licenzia’ – il presidente Daniele Leodori, il vicepresidente Mario Ciarla e il consigliere Giuseppe Simeone, con la delibera 57 del 15 maggio, cambiano il regolamento di organizzazione dell’Ufficio di presidenza cancellando d’arbitrio la figura dell’addetto alla comunicazione con la formula che abbiamo descritto”.
“Il risultato è che a fine del mese il rapporto di lavoro di Magliaro è risolto perché è cancellata solo la sua posizione. Non a caso, in Consiglio regionale, si parla di questa delibera come della ‘delibera Magliaro’. Si potrebbe dire che si tratta di una sanzione impropria rispetto ai richiami disciplinari, peraltro sub judice, ma non entriamo nel merito di una discussione che avrà una coda nelle aule di giustizia. Ci chiediamo invece se questa vicenda incredibile e paradossale costituisca un ennesimo attacco alla figura dell’ufficio stampa”.
La nota dell’Asr passa poi a ricordare le recenti vicende che hanno visto il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Leodori, e il capogruppo del Pd, Massimiliano Valeriani, ostacolare la proposta di norma regionale per l’applicazione del contratto giornalistico in tutti gli Uffici stampa della Regione Lazio.
“Non solo la legge che riconosceva il contratto giornalistico per i colleghi dei gruppi non è applicata – si legge a tal proposito -, non solo l’emendamento alla legge di stabilità regionale per l’applicazione del contratto giornalistico negli uffici stampa della Regione è stato bloccato soprattutto per input del presidente Leodori, non solo è stato penalizzato l’ufficio stampa del Consiglio con il dimezzamento delle posizioni organizzative, ma adesso la politica ritiene di potersi sbarazzare di un collega cambiando le regole a partita in corso. E se i colleghi non si adeguano, la politica ha questi mezzi per convincerli e far capire loro chi comanda”.
Leave a Comment