Il suggerimento dei ministeri: passate all’INPS di Stefano Caviglia
Ci vuole una dose massiccia di ottimismo (o di irresponsabilità) per dire che il progetto di riforma dell’Inpgi è stato approvato “nella quasi totalità”, dai ministeri vigilanti, come fa trionfalmente la lista “L’Inpgi siamo noi”.
La lettera scritta dai ministeri del Lavoro e dell’Economia sullo stato del nostro Ente previdenziale, disponibile sul sito dell’Inpgi (di cui consiglio a tutti la lettura), dice chiaramente che le misure prese determineranno un miglioramento solo marginale e che in prospettiva i conti dell’Inpgi appaiono INSOSTENIBILI.
Oltretutto entrambi chiedono di conoscere l’impatto delle singole misure per poterle meglio valutare, visto che finora non è stato comunicato. La verità è che l’attuale Consiglio lascia l’istituto in mezzo al guado, senza alcuna certezza di poter arrivare dall’altra parte del fiume. Non per niente entrambi i ministeri suggeriscono in modo abbastanza esplicito di prendere in considerazione l’ingresso nell’Inps.
Un’altra cosa che dicono chiaramente (comprensibile anche a una rapida lettura del bilancio) è che l’equilibrio di questi ultimi anni deriva sostanzialmente dal conferimento del patrimonio immobiliare al fondo Giovanni Amendola, un’operazione straordinaria senza il quale ci sarebbe già un passivo molto pesante.
Ed è esattamente questa la prospettiva per il futuro secondo i ministeri, a meno di non prendere altre drastiche e dolorose misure per rimettere in sesto i conti. Fra l’altro, si parla del fatto che nella relazione iniziale era prevista un’aliquota aggiuntiva dell’1,4% a carico del datore di lavoro per i soli contrati a termine (pag. 4 della lettera). Questa sì sarebbe stata una buona idea per migliorare i conti e al tempo stesso favorire l’occupazione, ma le stime sulle entrate future non prevedono più questa misura, evidentemente cassata. Qualcuno del Consiglio uscente sa spiegare perché?
In definitiva il risanamento dei conti dell’Inpgi è tutto da fare. Nel frattempo nessuno parla di ridurre le retribuzioni dei consiglieri né di quella (veramente scandalosa) del presidente; non si dice nulla dei 2,5 milioni che l’Inpgi versa ogni anno, in cambio di non meglio precisati servizi, alle territoriali sindacali; non si parla di spending review per la struttura. Chi dice che è tutto a posto sta cercando di fregarci per l’ennesima volta.
L’Inpgi rischia seriamente di andare alla deriva e il lavoro per tenerlo a galla spetta tutto al prossimo consiglio. Mandiamo a casa i responsabili di questo disastro prima che sia troppo tardi. PIAZZA PULITA ALL’INPGI.
Stefano Caviglia
Candidato Attivi Consiglio generale nel Lazio (scheda angolo marrone)
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