COMPENSI/A difendere i precari la FNSI delega la politica (di Fabio Gibellino)

Beh, se lo ha fatto anche un giornale le possibilità sono due. O la cosa è veramente grave o di notizie quel giorno proprio non ce n’erano. E visto il Festival di Sanremo, il campionato di calcio, la crisi economica e la questione indiana, forse la prima ipotesi può avere un senso.

Domenica pomeriggio l’homepage del Fatto Quotidiano apriva con un pezzo sulla questione dei giornalisti precari e freelance. Tirava in ballo gli editori, grandi e piccoli, e i loro compensi, piccolissimi e invisibili. L’autore del pezzo, Thomas Mackinson, citava anche le straordinarie ipocrisie, tanto per non scadere nelle volgarità, del nuovo presidente della Fieg Giulio Anselmi e toccava il nocciolo della questione: cioè la proposta di legge firmata dal parlamentare Udc Enzo Carra che subordina il finanziamento pubblico a un’equa retribuzione.

Bene, plauso all’iniziativa, confidiamo nel futuro e in una risoluzione giusta veloce. Ora però è anche tempo di domande. Perché a lanciare questa iniziativa è stato un parlamentare. Perché le sorti dei giornalisti non sono ben salde nelle mani della Fnsi? Perché anche l’Ordine latita?

D’altronde quella dei finanziamenti in cambio della legalità, che in fin dei conti mica è fantascienza, anche se siamo in Italia, non è una novità. Noi di Senza Bavaglio avevamo già proposto la cosa diversi anni fa. L’avevamo proposta in sede di Fnsi e pure attraverso una commissione lavoro sui freelance voluta dall’Ordine nazionale dei giornalisti.

E’ inutile dirvi che fine hanno fatto queste proposte. Siddi e compari non ne hanno proprio voluto sapere nulla, all’Ordine invece un documento ce lo hanno anche fatto fare, e lo hanno pure approvato, salvo poi nasconderlo nei meandri della rete.

Non una parola o un’iniziativa. Eppure, visto che ci ha pensato persino un parlamentare, la cosa forse poteva essere almeno discussa. Forse almeno per una volta i giornalisti e i suoi vari, utili e soprattutto inutili, organi di controllo e rappresentanza, potevano prendere in mano il destino della professione e dei professionisti.

Invece no, hanno preferito sfruttare l’ingenua volontà di alcuni colleghi arrabbiati per partorire due delle più grosse panzane della storia del giornalismo: Le commissioni freelance e la carta di Firenze. Cioè controllando il malcontento senza muovere niente.

A proposito, questa cosa Senza Bavaglio l’aveva proposta anche in sede di campagna elettorale un paio di tornate fa. Dunque se siamo a questo punto la colpa è anche un po’ vostra.

Per intanto speriamo solo che l’On. Carra riesca a fare quello che i capoccia della Federazione nazionale della stampa non solo, non sono riusciti a fare, ma non hanno voluto fare. Cioè a non fare quello che dovrebbe fare: difendere i giornalisti.

Fabio Gibellino

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