Meti, 10 anni contro gli abusi sessuali nell’infanzia

La ricorrenza celebrata con la pubblicazione del libro della psicoterapeuta Mariapaola Parma “Camminare sulle uova. Arteterapia e abuso nell’infanzia: un incontro possibile”, mentre il cantautore Fabio Concato si esibirà in un concerto a Milano per promuovere una raccolta fondi.

Speciale Per Senza Bavaglio
Emanuela Provera
Milano, 15 dicembre 2023

Secondo i rilievi svolti tra il 2020 e il 2022, dalla Direzione centrale della Polizia Criminale, la percentuale di donne vittime di reati sessuali raggiunge un picco del 93%. Gli abusi sessuali su minori avvengono, nell’80% dei casi, in famiglia. Le vittime di violenza, siano esse donne o bambine, sono figlie di una medesima cultura, quella dello stupro. La lotta per la parità di genere e quella contro gli abusi sui minori ha in comune un nemico: l’abuso di potere. 

Le parole ricoprono un ruolo incontestabile nella presa di coscienza del dolore e del vissuto rimosso, nondimeno i sentimenti presentano un residuo inattingibile che la parola non potrà mai esaurire. Esistono mappe complesse del mondo interiore tracciabili con pratiche non verbali di sostegno come, ad esempio, l’arteterapia. È infatti con la pubblicazione del libro di Mariapaola Parma “Camminare sulle uova. Arteterapia e abuso nell’infanzia: un incontro possibile” che l’Associazione Meti celebra i suoi primi dieci anni di vita. L’esperienza ha dimostrato che la verbalizzazione del trauma può essere emotivamente troppo difficile.

Mi sono nascosta in un angolo, dietro la porta della cucina, inginocchiata e sola ho dato sfogo al mio dolore senza saperne dare una spiegazione

Riconoscere di essere in una relazione abusante è quasi impossibile, perché la vittima confonde la violenza con l’amore. L’ambiguità di un’attenzione predatoria è perfida quanto vincente perché dietro l’apparente innocenza di una carezza si nasconde il calcolo del “cacciatore”. È da questo contesto criminale che nacque, qualche anno fa, il bisogno di scrivere il libro da cui è tratta la frase citata: “La bambina che beveva cioccolata” di Laura Monticelli Conetta; dal successo e dalla divulgazione del libro, nel 2013, prende forma l’idea di fondare l’Associazione di promozione sociale che tutela le vittime di maltrattamento e abuso nell’infanzia: Meti (www.assometi.org).

Meti è uno strumento di informazione sul disagio generato dal trauma della violenza familiare, è un laboratorio di supporto concreto che prende forma attraverso la modalità dei gruppi di auto-mutuo-aiuto e dell’arteterapia, modalità diverse ma ugualmente efficaci di cura delle ferite interiori e di espressione delle emozioni represse. Meti offre anche assistenza legale.

Tra i progetti più recenti vi è “Non se ne parla”, una serie di podcast che coinvolge esperti su temi come “Il trattamento psicologico dei sex offenders” (Paolo Giulini), “Rinnovare la narrazione delle storie di abuso attraverso le parole” (Vera Gheno).

La cura del sex offender è un sapere in divenire: l’abusatore nega i fatti e teme lo stigma sociale:

«Affrontare i trattamenti con gli autori di reati sessuali e con le persone abusanti che, senza essere mostri, assumono condotte mostruose è ancora un sapere in via di costruzione. E non è facile o scontato ottenere risultati perché il molestatore, oltre a negare i fatti e a capovolgerli, tende a manipolare i terapeuti…» spiega il dottor Paolo Giulini, criminologo clinico esperto nel settore penitenziario, ai due conduttori del podcast Francesca Svanera e Gabriele Rosato.

Il sex offender teme moltissimo lo stigma sociale e fa di tutto pur di costruire la sua versione dei fatti. Nei contesti religiosi, per esempio, il predatore elabora una giustificazione teologica della violenza.

L’abuso in Italia è ancora un tabù: il linguaggio

L’utilizzo della lingua straniera per descrivere le diverse forme di abuso (spirituale, psicologico e sessuale) rivela l’incapacità di elaborare con chiarezza l’esperienza della violenza. Parole come survivor, triggering, reverge porn non trovano un facile corrispettivo nella lingua italiana. Francesca Svanera in dialogo con Vera Gheno spiega che gli abusi subiti nell’infanzia avvengono per lo più in ambito famigliare e aprire un dialogo su questo tema significherebbe destrutturare le figure portanti della famiglia come il padre e la madre, attori sociali considerati sacri nell’immaginario culturale prevalente nel nostro paese. Dichiarare che i genitori possono essere tossici o abusanti minerebbe il sapere pedagogico supposto come originariamente radicato nel potere genitoriale.

«I termini ci sono ma non vengono usati, ci sono intere aree per così dire semantiche, soprattutto nel campo del trauma, della malattia, del dolore, delle cose indicibili che non vengono proprio nominate perché nominandole si da loro una concretezza di cui la società stessa ha paura; è una forma di tabuizzazione estrema. Avere invece le parole per parlarne è importante perché è il modo più umano che abbiamo per comprendere la profondità di certi traumi e comprendendoli cercare anche di sopravviverci.» chiosa Vera Gheno, linguista, saggista e traduttrice.

Sono le testimonianze che ho raccolto in questo tempo a parlare della passione di donne e uomini (Laura, Francesca, Mariapaola, Paolo, Manola, Paolo) che, attraverso l’Associazione, si mettono al servizio dei sopravvissuti:

Frequento i gruppi di auto mutuo aiuto dell’associazione Meti. Mi sento accolta ed ascoltata fin dal primo giorno. Penso che poter condividere con altre persone sia la parte migliore del mio percorso per non soccombere al dolore dell’abuso. Alessandra (nome di fantasia).

Mi chiamo Gabriele e ho 31 anni. Sono approdato a Meti nella primavera del 2021; dopo qualche mese ho ideato con un’altra utente il primo podcast in lingua italiana sul tema: si intitola “Non se ne parla”. Da qualche mese sono diventato facilitatore dei gruppi di auto-mutuo-aiuto e ho imparato due cose essenziali: la prima è che la vulnerabilità non è una debolezza. La seconda è che questo mito è profondamente pericoloso.

Tra i supporti forniti da Meti c’è anche quello rivolto ai genitori adottivi perché riescano a riconoscere e affrontare le forme di maltrattamento subito nell’infanzia dai loro figli.

Il 1° febbraio 2024 nell’ambito di “Musico Ambulante Tour 2023-2024”, il cantautore Fabio Concato si esibirà in un concerto presso l’Ecoteatro di Milano per promuovere una raccolta fondi a sostegno delle iniziative organizzate dall’Associazione Meti.

Emanuela Provera
dentrolopusdei@gmail.com
twitter @dentrolod
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