L’editore strangola Lettera43 che lentamente tra licenziamenti e tagli rischia di chiudere

Senza Bavaglio
Milano, 29 gennaio 2017

Le acque restano parecchio agitate tra i lavoratori del gruppo News 3.0 editore dal 2010 del magazine online quotidiano Lettera43, dopo il licenziamento in tronco nello scorso dicembre di due giornalisti e di un grafico nella redazione dell’ex settimanale cartaceo pagina99.

La società che fa capo al Sator Private Equity Fund del banchiere Matteo Arpe ha smesso definitivamente di stampare il magazine rilevato nel 2015: la testata di pagina99 è per ora mantenuta in piedi come sito d’approfondimento a pagamento collegata all’ammiraglia Lettera43. Ma il piano di lancio della nuova versione digitale non è chiaro e neanche il futuro di chi è rimasto a pagina99: un solo giornalista a tempo indeterminato, uno a tempo determinato, ben quattro praticanti in scadenza.

Ma anche la numerosa redazione di Lettera43 naviga tutt’altro che nell’oro e il malcontento cresce per le ristrettezze e le limitazioni imposte. La ventina di giornalisti del quotidiano online e del femminile LetteraDonna, fondati e diretti da Paolo Madron, lavora da anni nella stragrande maggioranza dei casi sottopagata: sia i redattori della sezione d’attualità su turni, sia quelli che curano gli approfondimenti quotidiani, sia quelli dei nuovi media sono inquadrati (salvo un paio di eccezioni) come articoli 2 di collaborazione fissa e co.co.co., talvolta anche con incarichi di caposervizio e di caporedattore, di desk e della gestione delle decine di collaboratori esterni.

Con la nomina ad amministratore delegato di Giorgio Gabrielli, nel difficile anno che si è chiuso alle redazioni di News 3.0 sono stati tolti tutti gli abbonamenti cartacei di quotidiani e di riviste nazionali e internazionali: con questo e altri tagli radicali, per i redattori è sempre più difficile svolgere il mestiere di giornalista.

Alcuni co.co.co. poi non sono di recente stati rinnovati. La dirigenza nega ulteriori tagli al personale nei prossimi mesi ma l’incertezza regna sovrana. Mentre i giornalisti di Lettera43 sono in attesa di un richiesto – e serio – piano editoriale.

Senza Bavaglio

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