Antefatto. Tutti ne stanno parlando e molti se ne attribuiscono la paternità, ma l’idea di un ‘Bollino blu’ per gli editori Senza Bavaglio lo ha pensato e proposto molti anni fa, inserendolo anche nel programma delle elezioni 2007.
Premessa. L’Ordine dei giornalisti si deve occupare di giornalismo. Da questo punto fondamentale bisogna partire per comprendere l’importanza dell’istituto. Perché, piaccia o no, è attraverso di esso che si tutela il diritto all’informazione.
Ebbene, la legge 63 del 1969 regolamenta la vita professionale dei giornalisti. Qui sono codificati i diritti, ma soprattutto i doveri di chi esercita la professione, ma dopo più di 40 anni è ormai evidente che questo non basta più. Che questa legge è ormai anacronistica e lo è per un semplice motivo. Lo è perché di fatto non difende i lettori, e neppure i giornalisti, dagli editori. Per loro, oggi, la voce ‘doveri’ non esiste, e questo è il punto su cui Senza Bavaglio pone con maggior forza i suoi obiettivi.
Di questo una parte di noi (Nicoletta Morabito, Silvia Ognibene e il sottoscritto) ha iniziato ad occuparsi nella commissione freelance istituita dall’Ordine attraverso un documento pubblicato sul sito nazionale dell’Ordine stesso (http://www.odg.it/content/documento-sui-giornalisti-freelance-elaborato-dal-gruppo-di-lavoro-del-cnog), e su questo punto vogliamo continuare a lavorare, perché l’argomento non interessa solo i liberi professionisti, ma anche coloro che lavorano all’interno delle redazioni.
Secondo noi l’Ordine dei giornalisti dovrebbe far sì che anche agli editori vengano imposti per legge dei doveri ben precisi. Siamo convinti che istituendo una sorte di garante, o una commissione ad hoc, molti dei problemi che affliggono la professione si risolverebbero in breve tempo.
Quello che l’Ordine dovrebbe chiedere a Governo e Parlamento, è che finanziamenti e agevolazioni appannaggio degli editori siano erogati solo ed esclusivamente se la ‘testata’, di qualsiasi natura essa sia, è in perfetta regola con tutti quelli che sono i normali rapporti di lavoro con dipendenti e liberi professionisti.
Quello che chiediamo è che non si abusi di stagisti, di manodopera non iscritta all’ordine, che paghino il giusto e nei tempi giusti i propri collaboratori, che paghino inpgi e inpgi2 nei tempi e nei modi previsti, che non abbiano in corso cause di lavoro, di mobbing e che non siano coinvolti in procedimenti legati a commistioni pubblicitarie, di false informazioni e che rispettino i dettami deontologici.
Siamo convinti che se tutto questo fosse rispettato, non solo ci sarebbero giornalisti in grado di poter svolgere con dignità la loro professione, ma ci sarebbe un giornalismo decisamente migliore.
Fabio Gibellino
Candidato al Consiglio dell’Ordine Nazionale in Lombardia
Senza Bavaglio (www.senzabavaglio.info)
Unione Sindacale Giornalisti Freelance (www.usgf.it)
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