Il Fondo Complementare dei giornalisti italiani deve innanzitutto diventare
un autentico punto di riferimento per tutti i giornalisti. Oggi è una istituzione
sconosciuta ai più, persino a molti che sono regolarmente iscritti e non lo sanno.
Primo obiettivo, quindi: far conoscere a tutti l’esistenza del Fondo. Nato nel
1987 per una felice intuizione dei dirigenti del sindacato di allora, è diventato
operativo solo a partire dal 1993. Ma oggi quanti colleghi, iscritti d’ufficio nella
fase iniziale, sanno che ancora ne fanno parte? E quanti, pur sapendo di essere
ancora associati, non sanno che possono consolidare la loro posizione con
versamenti “personalizzati”? E quanti non sanno che possono dirottare sul Fondo
il loro Tfr? Ecco forse non c’è stata, in questi anni, una pubblicizzazione diffusa e
ben articolata. Una carenza sulla quale intendiamo impegnarci come condizione
preliminare.
Per una vera pensione complementare
Fatta questa premessa è evidente che occorrerà anche far conoscere la filosofia
reale che dovrà caratterizzare la gestione: quella di saper trasferire a tutti l’idea
di un Fondo che serva realmente a costruire, e lo diciamo soprattutto a vantaggio
dei giovani colleghi, una pensione complementare. Il Fondo finora è stato visto più
come una cassa che assicura, al momento del passaggio alla pensione, un’ulteriore
forma di buonuscita che si va a sommare al trattamento di fine rapporto e alla “ex
fissa”.
Ma da domani in avanti non potrà più essere così: l’innalzamento dell’età media
della popolazione ha prodotto l’inevitabile innalzamento dell’età pensionabile. Si
sono contemporaneamente ridotti i trattamenti pensionistici di base e l’accesso alla
professione si è diradato. Tutti fattori che impongono, lo ripetiamo soprattutto alle
nuove generazioni, l’idea di mettersi al riparo con una pensione complementare che
possa in qualche modo garantire un tenore di vita dignitoso durante gli anni della
vecchiaia.
Per ottenere questi obiettivi sarà decisivo il ruolo che il nuovo consiglio di
amministrazione riuscirà a esercitare. Non siamo legati a patti che poi ci faranno
rinnegare quello che vi stiamo dicendo, non facciamo promesse che non possiamo
mantenere.
Il nostro impegno se saremo eletti: far rendere meglio il Fondo.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione insieme al nuovo Collegio Sindacale
dovrà garantire una più intensa iniziativa di programmazione e di controllo sulla
gestione finanziaria delle risorse accumulate, finalizzata all’ottenimento di migliori
performance nei rendimenti
Sarà necessario razionalizzare la gestione, che comincia a diventare complessa,
aprendo un canale di collaborazione privilegiata con l’Inpgi che ha strutture in grado
di coprire le esigenze che vanno maturando.
E infine bisognerà, in una fase di rilancio della comunicazione che non può
non caratterizzare almeno la componente “giornalistica” del nuovo consiglio
di amministrazione, rendere ancor più noto a tutti, iscritti e “iscrivendi”, che la
contribuzione al Fondo complementare è assistita da benefici di detassazione
particolarmente apprezzabili, tale da costituire un motivo ulteriore di scelta a favore
di questo istituto che, siamo convinti, avrà un ruolo futuro sempre più incisivo per la
categoria e la tranquillità dei suoi iscritti.
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