Non tutti lo sanno ma i compensi dei consiglieri degli organismi nei vari Ordini regionali
e in quello nazionale variano enormemente. In Lombardia non esistono.
Nessun compenso. Zero. In altre regioni e all’Ordine Nazionale,
invece sono lievitati enormemente. Anche nel Lazio dove i consiglieri della lista
“Riforma e Dignità”, appoggiata da Senza Bavaglio,
ha messo nel suo programma un punto fisso: ridurli drasticamente.
Speciale per Senza Bavaglio
Pietro Suber
Roma, 29 marzo 2025
La pubblicazione dei compensi dei componenti dei Consigli regionali e nazionale dell’Ordine dei giornalisti è stata un tabù su cui per anni è calato il silenzio, con la scusa della tutela della privacy nello svolgimento dei lavori del Consiglio.
Altro che casa di vetro a difesa della deontologia professionale dei colleghi, il motto preferito è stato quella reso famoso dall’ex senatore Antonio Razzi:”Amico caro, fatti li…affari tua!”.
Finalmente da un paio di anni, grazie all’intervento dei consiglieri di minoranza del Consiglio del Lazio di cui faccio parte, l’istituzione che gestisce l’albo professionale dei giornalisti del Lazio pubblica nella sezione “trasparenza” gli importi annuali dei compensi ricevuti dai nove consiglieri, con cifre che in qualche caso superano anche i ventimila euro l’anno.
Non per fare del facile populismo: è giusto che chi si impegna e lavora in maniera seria e produttiva al servizio dei colleghi abbia un piccolo compenso (…anche se il problema resta in assenza di un criterio valido, come scrivo qui sotto, per valutare la qualità di questo lavoro).
Comunque, in un’epoca di fortissima crisi della categoria, con colleghi, in particolar modo i freelance, costretti a retribuzioni da fame, sarebbe buona regola promuovere una sana spending review degli organi collegiali per riservare queste risorse aggiuntive ai tanti colleghi in difficoltà.
Insieme ai consiglieri di minoranza, Carlo Picozza e Gianni Dragoni, sin dal luglio 2023 abbiamo proposto una revisione del regolamento contabile dell’Ordine del Lazio con l’obiettivo di arrivare ad un taglio minimo dei compensi e delle indennità dei componenti del Consiglio tra il 25 e il 30%.
L’attuale regolamento, approvato nel 2022, prevede un compenso fisso mensile per i consiglieri che rivestono cariche (presidente, vicepresidente, segretario/a e tesoriere/a) e un gettone di cento euro lordi per ogni presenza sia alle riunioni del Consiglio (in media una al mese), che per le attività legate alla funzione di consigliere, con un tetto massimo di sette presenze remunerate al mese. Compreso, badate bene, il mese di agosto, quando gli uffici dell’Ordine sono per buona parte chiusi per ferie. Questo gettone spetta sia ai consiglieri che rivestono cariche di vertice (presidente, vice, ecc.) sia a quelli senza cariche.
Presenze che spesso non vengono verificate, creando così – nel caso frequente di un massimo di sette presenze – un esborso medio di settecento euro al mese. Per quanto riguarda l’Ordine del Lazio (le cifre si possono verificare sul sito) vi sono in tal modo grandi differenze negli importi dei vari consiglieri, con tre componenti di vertice che hanno ricevuto compensi anche superiori ai ventimila ero annui, uno sui diecimila e tutti gli altri con compensi annuali intorno ai duemila euro (chiaramente con un minor numero di presenze retribuite). Il sospetto è che alcuni possano aver approfittato di questo meccanismo per registrarsi presenti anche in mancanza di una reale necessità in relazione alle attività dell’Ordine.
Da qui la nostra proposta di ridurre il tetto massimo delle presenze mensili per puntare ad una riduzione potenziale dei costi di almeno il 25% con l’obiettivo di utilizzare le risorse accantonate (fino a 34 mila euro) per lo sviluppo di attività, corsi di formazione e assistenza ai colleghi in difficoltà.
Evitando, inoltre, il pagamento delle stesse durante il mese di agosto e con un massimale di spesa ridotto anche per le quattro cariche apicali: presidente, vicepresidente, segretario/a, tesoriere/a. Una proposta di buon senso che la maggioranza dei consiglieri ha bocciato nella seduta del 25 gennaio del 2024, con 4 voti contrari e 3 a favore.
L’unica riduzione approvata dalla maggioranza ha riguardato un minimo taglio delle indennità di presenza per chi vive fuori Roma, nell’ordine di qualche decina di euro che portato ad un piccolo risparmio, comunque inferiore ai 4 mila euro annui. Così la riduzione di circa l’8% rispetto all’anno precedente, certificata nell’ultimo bilancio, si riferisce in gran parte alla parziale rinuncia al compenso da parte dell’ex segretaria del Consiglio regionale.
Pietro Suber
Consigliere uscente dell’Ordine del Lazioe candidato nella lista civica “Riforma e Dignità”
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Le iconografie che illustrano gli articoli di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni.
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