Speciale per Senza Bavaglio
Laura Verlicchi
Milano, 8 settembre 2024
Situazione incandescente a L’Espresso. Non solo l’editore – la Ludoil di Donato Ammaturo – e il direttore Emilio Carelli sono riusciti nel loro intento di far uscire il settimanale venerdì scorso, nonostante lo sciopero dei giornalisti, ma l’azienda ha anche impedito che i lettori venissero informati della grave situazione, cancellando il comunicato dell’assemblea e bloccando l’aggiornamento del sito.
Un vero e proprio attacco alla redazione, che comunque rimane compatta: non c’è stata nessuna defezione allo sciopero proclamato prima per martedì 3, poi anche per mercoledì, proprio in risposta alla decisione di editore e direttore di rinviare la chiusura per far uscire comunque il settimanale.
Nessuno della redazione, quindi, ha contribuito alla confezione di quel numero, intitolato – ironia della sorte o forse lapsus freudiano – all’AI: ma il vulnus resta. Come hanno denunciato immediatamente i giornalisti: “Il giornale in edicola venerdì 6 settembre è stato ultimato mentre l’intera redazione giornalistica era in sciopero. Di conseguenza, la stessa redazione de L’Espresso non si riconosce nel prodotto editoriale pubblicato con queste modalità. Una scelta dell’editore che configura un grave attacco ai diritti dei lavoratori tra cui quello di scioperare, sancito dalla Costituzione. Le questioni poste all’azienda al momento della proclamazione dello sciopero non hanno ancora ricevuto risposta. Pertanto i giornalisti de L’Espresso rimangono in stato di agitazione”.
Questo il comunicato che però ben pochi hanno fatto in tempo a leggere sul sito dello storico settimanale, perché quasi subito è stato cancellato dall’editore, che ha poi impedito la riattivazione delle utenze web dei giornalisti, disabilitate fin dall’inizio dello sciopero. Il direttore si è poi affrettato a informare che l’editore vuole fare ordine nell’attività del sito e dei social, quindi, almeno per ora, il blocco resta.
“L’editore de L’Espresso ha deciso di esplorare nuove modalità per continuare a negare i diritti dei lavoratori”, commenta la Fnsi, che ha rilanciato il comunicato sul proprio sito, preannunciando, insieme all’Associazione Stampa Romana, la richiesta di sanzioni per il grave comportamento antisindacale e il sostegno alla redazione de L’Espresso. I giornalisti intanto sono tornati alle scrivanie, in un clima decisamente difficile. Da mesi, del resto, la tensione era nell’aria: a preoccupare i mancati rinnovi dei contratti a termine nell’assenza di un piano editoriale, il massiccio utilizzo di collaboratori esterni, la confusione per lo sviluppo sul web e il giudizio sprezzante sulla redazione definita ‘sovradimensionata’ e ‘sproporzionata’. Ma gli ultimi avvenimenti hanno superato le peggiori previsioni.
Laura Vericchi
verlicchilaura7@gmail.com
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Le iconografie che illustrano gli articoli di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni.
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