Africa meridionale: la libertà dei media è imbavagliata e i giornalisti presi di mira

Senza Bavaglio
London, June 19th 2019
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Mozambique becoming increasingly hostile towards journalists Zambia and Zimbabwe among countries where media space continues to shrink Amnesty calls for states to stop treating journalists with contempt. Media freedom remains under threat in several countries in southern Africa with journalists put in jail for simply doing their job, Amnesty International said today as it took stock on World Press Freedom Day. “In the past year, we have seen blatant attempts to muzzle the media and restrict the right to freedom of expression in countries such as Madagascar, Zambia, Mozambique and Zimbabwe with journalists being harassed or jailed simply for doing their work, with far-reaching implications including self-censorship,” said Deprose Muchena, Amnesty International’s Regional Director for Southern Africa.

“This onslaught is undermining the very essence of free societies, where journalists must be able to do their work without fearing intimidation, harassment or other reprisals.”

In Madagascar, investigative journalist Fernand Cello spent nearly two years in jail after he was convicted on trumped up charges related to his work, concerning the fabricated accusations that he stole a cheque book. He was acquitted by the Fianarantsoa Appeal Court on 2 April 2019.

In Mozambique, a radio journalist, Amade Abubacar, is out on bail pending his trial after languishing in pre-trial detention for almost four months after he was arrested for interviewing a group of displaced people who were fleeing attacks by militant groups in their homes in Cabo Delgado in January. Amade is facing trumped-up charges of “public incitement” and insulting public officials through electronic media among others.  A date for his trial is yet to be set.

In December last year, investigative journalist Estacio Valoi was abducted by the military and held incommunicado for two days in Mocímboa da Praia district, north of Pemba, accused of spying and aiding and abetting militant groups. He was later released without charge, although his equipment remains confiscated by the military for “further investigation”.

In June 2018, Pindai Dube, a journalist working for eNCA, an independent television news station based in South Africa, was arrested by police in Pemba and accused of spying. He was released three days later without charge.

In Zambia, the Editor-in-Chief of The Rainbow Newspaper, Derrick Sinjela, is currently serving an 18-month jail sentence after being convicted in December 2018 on contempt of court charges for publishing an opinion piece written by an activist alleging corruption in the judiciary. Sinjela was unfairly convicted and jailed for criticizing the judiciary over a case that had been completed.

In early March, authorities suspended the broadcasting license of independent news station, Prime TV, for 30 days citing failure to comply with the conditions of its broadcasting license. The station was later re-instated after almost a month of blackout.

In Zimbabwe, police raided the offices of online news site 263 Chat and fired tear gas into the newsroom after chasing reporter Lovejoy Mtongwiza to the adjacent offices of 263 Chat’s on 4 April. This was after he filmed the removal of street vendors by the police in the capital, Harare.

“Authorities must stop treating the media with contempt and open up the space for journalists to do their work safely without having to look over their shoulders,” said Deprose Muchena.

“A vibrant and independent press is essential for the enjoyment of human rights. Journalists should not be treated as enemies of the state,”

Londra, 19 giugno 2019

Versione italiana a cura di Francesca Canino

Africa meridionale: la libertà dei media è imbavagliata mentre i giornalisti sono presi di mira se dicono la verità

Il Mozambico sta diventando sempre più ostile nei confronti dei giornalisti. Zambia e Zimbabwe sono tra i paesi in cui lo spazio dei media continua a ridursi. L’appello di Amnesty agli stati cerca di impedire di trattare i giornalisti con disprezzo. La libertà dei media resta minacciata in diversi paesi dell’Africa meridionale, con giornalisti in prigione per aver semplicemente svolto il proprio lavoro, ha dichiarato oggi Amnesty International nel prendere atto del World Press Freedom Day.

“Nell’ultimo anno abbiamo visto sfacciati tentativi di mettere il bavaglio ai media e di limitare il diritto alla libertà di espressione in paesi come il Madagascar, lo Zambia, il Mozambico e lo Zimbabwe, con giornalisti molestati o imprigionati semplicemente per aver fatto il loro lavoro, reso difficile anche per l’autocensura “, ha detto Deprose Muchena, direttore regionale di Amnesty International per l’Africa meridionale. “Questo assalto sta minando l’essenza stessa delle società libere, in cui i giornalisti devono essere in grado di svolgere il proprio lavoro senza temere intimidazioni, molestie o altre rappresaglie”.

In Madagascar, il giornalista investigativo Fernand Cello ha trascorso quasi due anni in carcere dopo essere stato giudicato colpevole per aver rubato un libretto degli assegni. Accuse false. Il 2 aprile 2019 è stato assolto dalla Corte d’appello di Fianarantsoa.

In Mozambico, un giornalista radiofonico, Amade Abubacar, è fuori su cauzione in attesa del processo dopo essere stato arrestato per aver intervistato un gruppo di sfollati che fuggivano da attacchi di militanti nelle loro case a Cabo Delgado a gennaio. Amade sta ricevendo accuse inventate di “istigazione pubblica” e insulti da funzionari pubblici attraverso i media elettronici. Una data per il suo processo deve ancora essere stabilita. A dicembre dello scorso anno, il giornalista investigativo Estacio Valoi è stato rapito dai militari e detenuto per due giorni nel distretto di Mocímboa da Praia, a nord di Pemba, accusato di spionaggio e associazione di gruppi militanti. In seguito è stato rilasciato senza accusa, anche se il suo equipaggiamento è stato confiscato dai militari per “ulteriori indagini”.

Nel giugno 2018, Pindai Dube, un giornalista che lavora per eNCA, una stazione televisiva indipendente con sede in Sud Africa, è stato arrestato dalla polizia a Pemba e accusato di spionaggio. Fu rilasciato tre giorni dopo senza accusa.

In Zambia, il capo redattore di The Rainbow Newspaper, Derrick Sinjela, sta scontando una condanna a 18 mesi di prigione dopo essere stato condannato nel dicembre 2018 per la pubblicazione di un pezzo di opinione scritto da un attivista che lamentava la corruzione nel sistema giudiziario. Sinjela è stato condannato ingiustamente e incarcerato per aver criticato il sistema giudiziario. All’inizio di marzo, le autorità hanno sospeso la licenza di trasmissione della stazione di notizie indipendente, Prime TV, per 30 giorni, citando il mancato rispetto delle condizioni della stessa licenza di trasmissione. La stazione è stata in seguito ripristinata dopo quasi un mese di blackout.

In Zimbabwe, la polizia ha fatto irruzione negli uffici del sito di notizie online Chat e gas lacrimogeni sono stati sparati nella redazione dopo aver inseguito Lovejoy Mtongwiza, il giornalista, negli uffici adiacenti di Chat Chating il 4 aprile. Ciò è avvenuto dopo che ha filmato la rimozione dei venditori ambulanti da parte della polizia nella capitale, Harare.

“Le autorità devono smettere di trattare i media con disprezzo e consentire ai giornalisti di fare il loro lavoro in sicurezza senza dover guardarsi spalle”, ha detto Deprose Muchena. “Una stampa vivace e indipendente è essenziale per il godimento dei diritti umani. I giornalisti non dovrebbero essere trattati come nemici dello stato”.

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