Salari da fame, tagli al lavoro, minacce ai giornalisti: così la Libertà di Stampa muore

Senza Bavaglio
Roma, 3 maggio 2019

Oggi e domani si celebrano le due giornate per la libertà di stampa, in Italia sotto pesante attacco non solo della politica ma anche degli editori che da tempo hanno rinunciato a pubblicare giornali di qualità e pensano solo al business risparmiando sul costo del lavoro.

Essere giornalisti minacciati è veramente una brutta condizione: è difficile tenere la schiena dritta tra le paure di subire ritorsioni e continue intimidazioni. Ma anche restare senza lavoro è una minaccia continua. Senza un salario certo o con salari da fame anche l’indipendenza dei giornalisti, necessaria per lavorare con serenità e onestà intellettuale, viene meno.

Nelle celebrazioni odierne si parla di giornalisti uccisi in contesti di mafia, si celebrano reporter uccisi mentre stavano seguendo le guerre o di colleghi minacciati perché esercitano con serietà il loro mestiere. Ci si è scordati, però, di sottolineare che le minacce ai giornalisti non sono solo quelle fisiche. La perdita del lavoro o il taglio pesante di stipendi e salari è anche quella una minaccia.

E poi ci si è scordati di Julian Assange. Una dimenticanza voluta? Noi speriamo di no e vi proponiamo questo poster che ci hanno inviato alcuni colleghi anglosassoni.

La libertà di stampa va  difesa e tutelata

Senza Bavaglio

 

 

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