LAZIO/La nuova legge sull’informazione penalizza gli uffici stampa della Regione

Un ordine del giorno impegna la Giunta ad affrontare il tema della disparità di trattamento contrattuale tra giornalisti degli uffici stampa regionali.

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato oggi la proposta di legge regionale n. 210 “Disposizioni di riordino in materia di informazione e comunicazione”, primo firmatario il presidente della commissione regionale Vigilanza sul pluralismo dell’informazione Giuseppe Emanuele Cangemi (Cuoritaliani).

L'aula del Consiglio regionale del Lazio
L’aula del Consiglio regionale del Lazio

Una legge attesa da 18 anni dal settore che troverà nei circa due milioni di euro stanziati per un apposito fondo nel il triennio 2016-2018 una boccata di ossigeno. Un’occasione importante anche per i giornalisti dell’ufficio stampa del Consiglio regionale del Lazio, per ottenere finalmente il contratto nazionale di lavoro giornalistico.

Così non è stato. L’emendamento a firma Marta Bonafoni (Si-Sel), Daniele Fichera (Psi per Zingaretti), Piero Petrassi (Cd) e Baldassarre Favara (Pd) che disponeva l’applicazione del contratto nazionale di lavoro giornalistico a tutti i giornalisti degli uffici stampa regionali – e non solo a quelli della Giunta Zingaretti come avviene oggi – è stato ritirato a causa delle “perplessità” espresse dall’ufficio legislativo del Consiglio “in ordine alla legittimità costituzionale delle disposizioni contenute”.

A nulla è valsa la recente sentenza della Corte Costituzionale (del 5 luglio 2016, relatore Giuliano Amato) nella quale la Consulta ha riconosciuto la piena legittimità dell’art. 7 comma 3 della legge regionale delle Marche n. 51/1997 (Il personale regionale di ruolo iscritto all’ordine dei giornalisti e che svolge mansioni giornalistiche negli uffici stampa della Regione può optare per il trattamento economico previsto dal contratto collettivo di lavoro giornalistico. In tal caso il rapporto di lavoro è trasformato in rapporto a tempo indeterminato non di ruolo.). Né è valso rammentare all’ufficio legislativo e ai consiglieri della maggioranza Pd che il Cnlg è già applicato nella stragrande maggioranza delle regioni italiane, dalla Toscana alle Marche, appunto, dal Veneto alla Puglia, dall’Emilia Romagna alla Basilicata, dalla Lombardia all’Umbria, dalla Liguria alla Calabria, dalla Valle d’Aosta alle province autonome di Trento e Bolzano, dalla Sardegna al Friuli Venezia Giulia.

Un emendamento sul quale si è acceso il dibattito e nel corso del quale i consiglieri Antonello Aurigemma, capogruppo Pdl-FI, Devid Porrello, capogruppo M5s, e gli stessi Cangemi e Bonafoni hanno evidenziato le disparità di trattamento tra giornalisti che svolgono le stesse mansioni nell’ufficio stampa di Zingaretti, dove è applicato il Cnlg, e in quello del Consiglio, dove invece è negato.

Il problema del Cnlg andava risolto in Aula oggi. Invece, con una manovra dilatoria, cioè con un ordine del giorno presentato dagli stessi firmatari dell’emendamento ritirato, il Consiglio regionale si è piegato alle “perplessità” espresse da un anonimo documento redatto da oscuri burocrati e ha impegnato la Giunta e l’assessore competente a valutare “nella prima sessione utile di discussione del bilancio regionale, la possibilità di applicazione del Cnlg al personale iscritto all’Albo nazionale dei giornalisti che svolge attività di informazione presso gli uffici stampa della Giunta e del Consiglio regionali”. L’ordine impegna altresì la Giunta ad affidare la valutazione dei profili professionali di questi addetti stampa alla contrattazione con l’intervento dei rappresentanti sindacali dei giornalisti.

Davvero troppo poco per una legge adottata il 30 ottobre 2014 e licenziata in commissione più di un anno e mezzo dopo – il 5 maggio 2016 – il cui iter era iniziato addirittura il 21 marzo 2014 con le prime audizioni. In tre sedute d’Aula il Consiglio regionale del Lazio non è riuscito a dare dignità proprio a chi lavora nell’istituzione che più di qualunque altra dovrebbe tenere in considerazione le leggi vigenti e il rispetto della professionalità dei suoi dipendenti.

Poco meno di tre mesi ci separano dal prossimo bilancio regionale. Vedremo quali provvedimenti riuscirà ad escogitare la maggioranza che siede in Consiglio.

Senza Bavaglio plaude l’azione dell’Associazione stampa romana che è riuscita a fare accogliere numerosi emendamenti di interesse per la categoria e per la battaglia per il riconoscimento del Cnlg. In vista della prossima sessione del bilancio regionale, Senza Bavaglio invita la FNSI a intensificare l’azione volta all’applicazione del Cnlg all’interno di tutti gli uffici stampa della Regione Lazio.

Senza Bavaglio
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