Contratto Rai, aumenti, ex fissa e prebende che gli altri giornalisti non vedranno mai

Senza Bavaglio
Roma, 13 marzo 2018

Dopo una lunga trattativa, è stato chiuso alla Rai il contratto nazionale del lavoro giornalistico. L’azienza di Stato (ex servizio pubblico e ora al servizio dei partiti) non recepisce il contratto FNSI/FIEG perchè la RAI non fa parte della FIEG.

Il contratto nazionale è stato chiuso in fretta e furia per il timore che il prossimo governo non rinnovi i vertici aziendali e non coccoli i giornalisti, come li ha finora coccolati la RAI della politica. Tra l’altro ora l’azienda deve rinnovare il contratto integrativo che – ci scommettiamo – migliorerà ancora di più le condizioni del contratto nazionale.

Ovviamente non abbiamo nulla in contrario che il sindacato tuteli gli interessi delle colleghe e dei colleghi della RAI. Ci sarebbe piaciuto, però, che lo stesso impegno fosse profuso per difendere i giornalisti cui si applica il contratto FNSI-FIEG e quello ancora più povero Aeranti-Corallo, nonchè che il sindacato si occupasse  della difesa dei colleghi freelance e collaboraori.

I giornalisti RAI, o quelli pensionati dalla RAI,  controllano poi tutti gli enti dei giornalisti. Il presidente della FNSI, quello dell’Ordine Nazionale, quello della CASAGIT e quello del Fondo Complementare. Sfugge solo l’INPGI, che comunque nella scorsa legislatura era guidato da un giornalista RAI. Siedono poi nei posti co comando delle piccole regioni determinando sostanzialmente la politica della FNSI e e degli altri enti di categoria.

Gli statuti di questi enti, poi, danno alle piccole regioni, in alcune delle quali l’unica realtà giornalistica è quella della RAI, un potere enorme. Infatti non sono statuti a carattere proporzionale: la rapresentanza delle piccole regioni è sproporzionata rispetto alle due più grandi Roma e Milano. Basti pensare che negli organismi dirigenti della CASAGIT, il Lazio e la Lombardia, dove risiede il 70 per cento dei giornalisti, sono minimamente rappresentate.

Nella Rai poi è viva e vegeta l’USIGRAI, Unione sindacale giornalisti RAI, l’organismo di base dei giornalisti dell’azienda pubblica. Ma la dirigenza della FNSI non ha mai voluto concedere l’organismo di base ai giornalisti non contrattualizzati, cioè ai collaboratori e ai freelance.

Ma non solo i giornalisti Rai che godono di un contratto vantaggioso sono stati chiamati a votare sul contratto FNSI/FIEG che non li riguarda. Un escamotage che ha permesso alla dirigenza della FNSI di godere di un ampio consenso: alla RAI non è mai stato licenziato nessuno, invece nelle aziende editoriali normali sì.

La ratifica definitiva dell’accordo è comunque prevista durante l’assemblea dei Comitati di Redazione e dei Fiduciari della Rai che si riunirà il 22 marzo a Roma. In una nota diffusa nei giorni scorsi dal sindacato della RAI c’è scritto: “Abbiamo ricevuto un mandato con due obiettivi: il miglioramento del contratto nazionale di lavoro e la riduzione della forbice economica e dei diritti tra i giornalisti della Rai. Abbiamo rispettato il mandato ricevuto e centrato gli obiettivi”.

Chissà a leggere le linee generali di quest’accordo, che pubblichiamo qui sotto, cosa penseranno le colleghe e i colleghi di aziende editoriali come Hearst, Condè Nast, Mondadori, Rizzoli, Mediaset, Sky o realtà più piccole, come AskaNews, Agi, AdnKronos, Lettera 43, Sorrisi e Canzoni, solo per citarne alcune, abbandonate dal sindacato alla mercè di aziende editoriali senza scrupoli che, senza alcuna pietà, mandano a casa i giornalisti e riducono sul lastrico centinaia di famiglie.

Senza Bavaglio
@sbavaglio

ECCO IN SINTESI L’ACCORDO RAGGIUNTO TRA SINDACATO E RAI

Aumento ecomomico

A partire dal primo aprile verrà corrisposto l’aumento economico di 120 euro lordi mensili in EDR (elemento distinto di retribuzione) previsto dal contratto nazionale. Qui abbiamo introdotto la prima importante inversione di tendenza: per tutti i giornalisti senza l’indennità di qualificazione professionale questa somma sarà di 80 euro in EDR e 40 euro come superminimo in prima voce. Quest’ultima cifra sarà dunque soggetta a 14 mensilità e non 12 come l’EDR e parteciperà al monte complessivo di tutte le maggiorazioni.

Una tantum

Nonostante la contrattazione nazionale non preveda più la vacanza contrattuale, quindi il pagamento degli arretrati, abbiamo ottenuto una cifra “una tantum”  per tutti i giornalisti che sarà corrisposta nel mese di aprile. La proposta aziendale non includeva i precari, ma noi abbiamo chiesto e ottenuto che venissero considerati in proporzione ai mesi lavorati, quindi garantendo equità, secondo la seguente tabella:

·         2400 euro lordi per tempi indeterminati e tempi determinati che, alla data dell’accordo, abbiano lavorato più di 36 mesi dal primo agosto 2014

·         2000 euro lordi per i tempi determinati che abbiano lavorato almeno 24 mesi

·         1300 euro per i tempi determinati che abbiano lavorato almeno 12 mesi

·         600 euro per i tempi determinati che abbiano lavorato almeno sei mesi

Ex Fissa

Abbiamo fortemente migliorato le previsioni del contratto nazionale. La fotografia per il calcolo delle anzianità è stata posticipata al 31 dicembre 2018, quindi l’entrata in vigore delle nuove norme è fissata per il primo gennaio 2019. Fino ad allora restano le regole attualmente in vigore. Verrà presa in considerazione l’anzianità aziendale al momento dell’assunzione a tempo indeterminato (quindi compreso il biennale). In questo calcolo rientrano anche gli anni maturati con diverse tipologie di contratti di lavoro dipendente in azienda.

1)      per coloro che hanno più di 15 anni di anzianità:

– abbiamo ottenuto l’innalzamento del tetto massimo dell’ex fissa a 85000 euro, più del 30% rispetto ai 65000 euro previsti dal contratto nazionale.

– la cifra verrà corrisposta alla data di cessazione del servizio in un’unica soluzione e non rateizzata in 15 anni come previsto dal contratto nazionale

– l’importo verrà calcolato sulla base dell’ultima Ral (retribuzione annua lorda) e non, come prevede il contratto nazionale, sulla media degli ultimi 15 anni di lavoro congelata alla firma dell’accordo del 2014.

2)      Per chi ha un’anzianità aziendale compresa tra 10 e 15 anni verrà corrisposta l’indennità sostitutiva del preavviso, pari a 8 mensilità, calcolata sull’ultima Ral. In aggiunta a quanto previsto dal contratto nazionale:

–  si è deciso per l’introduzione di una cifra ulteriore tra 2000 e 10000 euro in proporzione all’anzianità.

– nel calcolo del preavviso abbiamo ottenuto una mensilità in più per il redattore ordinario.

– il versamento aggiuntivo al Fondo Pensione Complementare dei giornalisti previsto dal contratto nazionale viene raddoppiato dallo 0,25 allo 0,50%

3)      Per chi ha un’anzianità aziendale inferiore a 10 anni verrà corrisposta l’indennità sostitutiva del preavviso, pari a 8 mensilità, calcolata sull’ultima Ral. In aggiunta a quanto previsto dal contratto nazionale:

– abbiamo ottenuto una mensilità in più per il redattore ordinario

– il versamento aggiuntivo al Fondo Pensione Complementare dei giornalisti previsto dal contratto nazionale viene raddoppiato dallo 0,25 allo 0,50%.

Diritti e tutele

Abbiamo ulteriormente e in modo significativo ridotto la durata del percorso di precariato in Rai portandolo al di sotto dei limiti previsti dalla legge. E’ stato infatti raggiunto lo storico traguardo dell’eliminazione del contratto biennale depotenziato. Questo significa che in 36 mesi si arriva al contratto a tempo indeterminato e quindi alla piena retribuzione, con 12 mesi di anticipo rispetto alla normativa vigente e 24 rispetto a quanto prevedevano gli accordi di bacino.

La nuova disciplina non si applicherà a chi è attualmente nel corso del contratto biennale.

Per loro, e per quanti abbiano già completato il biennale, restano accordi e garanzie vigenti al momento del loro ingresso nei bacini.

Abbiamo ribadito con forza la nostra contrarietà al Jobs Act contestandone l’applicazione a tutti i giornalisti. L’Azienda ha quindi deciso di alzare le tutele crescenti previste dalla legge portando i minimi da 4 a 6 mensilità e i massimi da 24 a 30.

Carte deontologiche 

Abbiamo voluto un impegno concreto sui valori che devono ispirare il servizio pubblico, anticipando su questo le richieste del nuovo Contratto di Servizio. La coesione sociale, il rispetto dei minori, la parità di genere, la qualità del servizio pubblico sono oggi valori condivisi tra Sindacato e Azienda. Per questo sono stati recepiti come vincolanti i valori contenuti nella Carta di Treviso, Carta di Roma, Manifesto di Venezia, la campagna #nohatespeech e la delibera AGCOM numero 424/16/Cons.

Giornalismo nelle reti

Abbiamo sottoscritto un impegno a concludere entro sei mesi l’accordo sul giornalismo nelle reti, e su tutti coloro che – nelle reti e nelle testate – fanno lavoro giornalistico senza il giusto contratto.

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