Inseguendo la parità salariale, le giornaliste BBC protestano e i colleghi accettano i tagli

Senza Bavaglio
Roma, 8 marzo 2018

In un caso ibrido tra “Rimborsopoli” (per i tagli che sembrano volontari) e i vari casi di molestie alla Weinstein, anche le giornaliste internazionali fanno parlare di sé nel campo della parità dei sessi. A parte gli scherzi, la strada della gender equality è ancora molto lunga, e l’argomento è serissimo e riguarda il settore dell’informazione – così come altri in tutto il mondo occidentale.

Ma partiamo dall’inizio: nel luglio scorso la BBC rende noto che i due terzi dei suoi stipendi oltre le 200.000 sterline (annue ovviamente) vanno a dipendenti uomini. In gennaio Carrie Gracie, direttore per la Cina si è dimessa in segno di protesta, perché indignata per il fatto che due suoi colleghi maschi prendevano il 50 per cento in più delle due donne nella stessa posizione. Gracie, che è una firma famosa nel giornalismo in lingua inglese, ha puntato i piedi finché qualcosa si è mosso.

Ma è qualcosa di abbastanza strano, e ci sembra, non poi così risolutivo per l’obiettivo dell’uguaglianza dei salari. Huw Edwards, Nicky Campbell, John Humphrys, Nick Robinson, Jon Sopel e Jeremy Vine hanno accettato il taglio dei propri stipendi: così invece di aumentare quello delle donne, il grande gruppo di broadcasting le cui news sono cliccate e ascoltate in tutto il mondo, riesce a risparmiare un po’ di sterline, astenendosi pure dal rivelare quanto saranno le nuove cifre attribuite ai suoi sei giornalisti di punta.

Per approfondire http://www.bbc.com/news/uk-42827333

Senza Bavaglio

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