Padoan fa il gioco delle tre carte: copre i regali alle banche con termini incomprensibili

I gessetti di Sylos Labini
Giovanni La Torre
Roma, 5 luglio 2017

Non è la prima volta che i politici approfittano dell’ignoranza finanziaria della popolazione per rifilare bufale mediatiche e vere e proprie fregature ai cittadini e contribuenti italiani, ma quanto ha fatto il ministro “sedicente tecnico” Padoan a proposito del salvataggio delle aziende bancarie venete, penso trovi pochi riscontri nella storia della Repubblica.

Da quanto riportato dai media, nella conferenza stampa seguita al CdM che aveva approvato il d.l. (decreto-legge 25 giugno 2017: disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A. – N.d.R.), il ministro e il capo del governo avevano parlato di un impegno complessivo di circa 17 mld di euro, di cui 12 mld come garanzia per i crediti non performing che verranno cartolarizzati, e circa 5 mld quale intervento finanziario dello stato a favore di Intesa San Paolo, così composti:
–         3,5 mld per “garantire la neutralità dei ratios di Intesa, come chiesto espressamente dalla banca”;
–         1,285 mld “per gestire gli esuberi”

Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle Finanze

Poi ci sarebbero ancora 400 milioni che verrebbero versati – ma la cosa non è molto chiara – per compensare le eventuali perdite nascoste nei crediti in bonis acquisiti da Intesa. Ma restiamo alle sole prime due voci evidenziate.

Così come detto in conferenza stampa, la cifra maggiore di 3,5 mld servirebbe a consentire a Intesa di rispettare i ratios di patrimonializzazione, visti gli incrementi di attivo e passivo che deriveranno dopo le acquisizioni. Detto così, uno pensa che verrà fatto da Intesa un aumento di capitale riservato allo Stato. E invece da notizie apprese successivamente, emerge che si tratterebbe di un vero e proprio regalo, a fondo perduto. A quale titolo non si sa.

La stessa formulazione del testo normativo è stata fatta in maniera ambigua per non far capire che si tratta di un regalo, perché si dice che a Intesa verrà fornito un “supporto finanziario a fronte del fabbisogno di capitale generato dall’operazione di cessione, per un importo massimo di euro 3.500 milioni”. Ora, io dico che espressioni generiche del tipo “supporto finanziario” si possano usare in una norma programmatica che parla di un futuro ancora da definire, ma non in un provvedimento che entra in vigore subito su situazioni ben definite. In tal caso la norma deve precisare se si tratti di un aumento di capitale, di un finanziamento a titolo di debito o di un vero e proprio regalo. L’aver usato quell’espressione generica allora, può aver avuto un solo scopo: turlupinare il cittadino e non consentirgli di capire.

L’altra falsità fatta veicolare dai media sin dai giorni precedenti, è stata quella che Intesa avrebbe “acquistato” le due banche ripulite al prezzo simbolico di 1 euro. Tutto falso! Falso! F a l s o! Intesa di fatto non “compra” un bel niente, neanche a 1 euro, perché riceve in regalo dallo stato circa 5 mld di euro. Se si vuol usare un termine tecnico si potrebbe dire che paga un prezzo “negativo” di circa 5 mld. Come pure è falsa la notizia che Intesa si accollerà gli esuberi, perché in quella cifra ci sono circa 1,3 mld che servono proprio a compensare quegli oneri. Insomma una bella bufala servita al paese.

Sarà un caso che il giorno dopo il d.l., il titolo Intesa sia cresciuto del 7%? No, non è un caso perché il patrimonio netto di quella banca al 31 marzo è pari a circa 50 mld, e il 7% di incremento quanto fa? Ma guarda che combinazione, fa proprio 3,5 mld. Quindi il mercato ha preso atto che quella cifra è puramente e semplicemente un regalo. E sarei pronto a scommettere che il management di Intesa nei prossimi anni lucrerà copiosi premi di “risultato”. “E io pago”, diceva Totò.

In queste ore Padoan va dicendo che i 5 mld dati a Intesa verranno recuperati: poverino si illude che le due liquidazioni coatte lasceranno un margine di pari valore. Come no?! Anzi diciamo che alla fine lo stato ci guadagnerà e saremo tutti più contenti. E comunque resterebbe sempre il fatto che a Intesa si è fatto un regalo.

Un’ultima domanda: se il governo avesse detto sin dall’inizio che metteva a disposizione la cifra massima di 17 mld, e avesse indetto una gara al ribasso, voi pensate che non si sarebbe presentato nessuno?

Giovanni La Torre
giovlatorre@gmail.com
( 1 – continua)

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