Editori lungimiranti, sindacato imbelle: la Hearst dismette in Italia e disloca in Svizzera

Speciale per Senza Bavaglio
Cristina Berretta
Milano, 26 maggio 2017-05-24

Che l’americana Hearst abbia la divisione Hearst Magazines Switzerland a Chiasso non è più un mistero per nessuno. Che nel contempo in Italia la politica di riduzione del personale, soprattutto giornalistico, intrapresa da tempo prosegua, forse non è così evidente.

La divisione svizzera, aperta nel 2014, ha come ceo e direttore generale Giacomo Moletto, lo stesso che in Italia. Definita “divisione digital” e ricca di affascinanti termini americani, ha una divisione commerciale in ambito pubblicitario rivolta al mercato europeo e mondiale.

A noi però interessa che di fatto produca contenuti giornalistici per le testate italiane online: Elle.it, Gioia.it, Marieclaire.it, Cosmo.it, Elledecor.it. impiegando, per ora, dodici persone distribuite nei rispettivi cinque digital content team. Questi team rispondono a Francesco Magnocavallo digital editorial director, non giornalista, che dovrebbe coordinarsi con i direttori delle testate cartacee.

Ovviamente gli occupati digitali, alcuni riassunti dopo che il contratto a termine in Italia era scaduto, (per la serie o mangi questa minestra…) non hanno alcun contratto giornalistico italiano. In Svizzera non esiste un Ordine ma un sindacato sì. Quindi nulla a Inpgi, Casagit ecc. E questo è grave.

Ma più grave ancora è che mentre Hearst assume in Svizzera “dismette” in Italia. Nuova tornata dopo i prepensionamenti annata 2013/2014 e altri andati con accordi economici. Ora dichiara nuovamente 35 esuberi nella sede di via Bracco. Pochi hanno accettato l’incentivo x dimettersi. Ci sono altri 15 prepensionamenti in dirittura d’arrivo. Attesa la firma ministeriale tra giugno e luglio ma dati per certi dall’azienda. E poi?

Intanto i colleghi hanno subìto dal 2013 il contratto di solidarietà e ora sono in cassa integrazione per una media di tre giorni al mese. Gli stipendi sono di fatto ridotti e non si vede una fine a questo stillicidio. In Italia, in Svizzera la musica è diversa.”

Ma c’è anche una notizia stupefacente e incredibile: Hearst ha annunciato la prossima apertura di Esquire in italiano. Solo online, sede Chiasso. Redazione? Non si sa. Direttore? Sicuramente un manager.

Cristina Berretta
Candidata alla Casagit nella lista “Prima la salute!”
Senza Bavaglio
www.senzabavaglio.info

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