Gli editori non pagano e l’INPGI non ha soldi per pagare l’ex fissa in dicembre

IN DICEMBRE NON CI SARANNO I SOLDI PER PAGARE LA “EX FISSA” A 1600 PENSIONATI.

A RISCHIO QUINDI ANCHE L’EX FISSA PER TUTTI COLORO CHE STANNO ANDANDO IN PENSIONE O CHE CI ANDRANNO NEI PROSSIMI ANNI (ECCETTO I GIORNALISTI RAI)

RIESPLODE IL CASO “EX FISSA”

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SOMMARIO

  • LA FNSI NON HA OBBLIGATO LA FIEG A RIPIANARE I “BUCHI”
  • DA CHE FONDO SONO ARRIVATI I SOLDI PER LA RATA DELL’EX FISSA PAGATA IN DICEMBRE ? DAGLI INFORTUNI? SAREBBE MOLTO, MOLTO GRAVE.
  • ALL’INPGI DELLA IORIO VIGE LA CONSEGNA DEL SILENZIO.
  • POSSIBILE L’UTILIZZO DI DENARO PROVENIENTE DAL FONDO INFORTUNI… MA IN TALE CASO FRA SETTE MESI L’EX FISSA NON AVRA’ PIU’ LA NECESSARIA COPERTURA E SARA’ PAGATA O IN MINIMA PARTE OPPURE CON GRAVE RITARDO, A PRIMAVERA 2018 O ADDIRITTURA A META’ DEL 2018.

Speciale per Senza Bavaglio
Decio Venturi
Milano, 8 maggio 2017

La terza rata dell’ex fissa per 1.600 giornalisti pensionati (eccetto quelli della Rai) non potrà essere pagata in dicembre ma solo in primavera. Oppure verrà versata, ma con un fortissimo taglio.

In questo modo non ci vorranno 12-18 anni per pagare il debito con i giornalisti italiani, ma 15-25 anni o forse anche di più! La FNSI infatti non ha “obbligato” la FIEG a ripianare il “buco” nella cassaforte dell’ex fissa, e per pagare la seconda rata (nel dicembre scorso) l’INPGI ha dovuto utilizzare denaro da fondi dei quali non è stata rivelata l’origine.

Perché questo “segreto”? Perché il direttore dell’Isituto Mimma Iorio  non ha voluto dare spiegazioni ai consiglieri e ai sindaci che ne chiedevano civilmente conto?

Al di là della liceità o meno, di cui oggi non vogliamo occuparci, rimangono due problemi gravissimi.

  • La mancanza di trasparenza sugli atti dell’INPGI.
  • E il fatto che senza una vera iniezione di denaro da parte della FIEG, il fondo ex fissa va in default. E quindi le rate non solo non potranno essere pagate per quote intere (come nel dicembre scorso). Ma slitteranno all’infinito sino al default.

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Mima Iorio, direttore dell’INPGI

Ma con che denaro potranno essere versate tali rate? Non di certo solo con i soldi che derivano dall’ “accordo Siddi” fra FNSI e FIEG. Nell’autunno scorso erano stati fatti i conti ed era venuto alla luce che in dicembre non sarebbero state pagate le rate senza un’iniezione di denaro da parte della FIEG.

Carlo Muscatello (delegato FNSI per i pensionati) e Raffaele Lorusso (segretario generale della FNSI) avrebbero potuto e dovuto obbligare la FIEG a ripianare i conti con un nuovo flusso di denaro da imporre agli editori inadempienti, ma non lo hanno fatto. Perché? Il motivo Lorusso e Muscatello lo hanno ripetuto anche in consiglio nazionale: prima vengono gli attivi. Come dire: i pensionati sono soci di serie B! O peggio.

Voi direte: ma ciò che conta è che la ex fissa venga pagata. Ebbene, proprio il pagamento della ex fissa senza aver seguito il “protocollo Siddi” è molto, molto, molto pericoloso.

La rata di dicembre è stata solo un contentino “politico” per tenere buoni i pensionati letteralmente inferociti, ben sapendo però che nel 2017 ciò non sarà più garantito perché nulla si è fatto in questi mesi per evitarlo.

L’INPGI dunque ha utilizzato per ripianare la rata “ex fissa” di dicembre fondi non specificati senza dare comunicazione né al Cda né al Consiglio generale (ridotto a un consesso svuotato di ogni potere di controllo).

Noi pensiamo che l’INPGI potrebbe aver deciso di prendere milioni di euro in prestito – per esempio – dal fondo infortuni o da altre voci, senza però aver avvertito di ciò né il Cda, né il Consiglio generale né tantomeno i sindaci. Ed è proprio ai sindaci che ci rivolgiamo per avere chiarezza.

da Siniostra Giuseppe Gulletta, vicepresidente dell’INPGI, Marina Macelloni, predidente, Mimma Iorio, direttore, e Carlo Parisi, consigliere generale e fiduciario della Calabria

La trasparenza è doverosa, poiché in caso di anticipo di cassa da altre voci interne, il fondo ex fissa andrà sicuramente in default già quest’anno. E la rata di dicembre 2017 verrebbe dimezzata o pagata a metà 2018.

Infatti, con un ingresso mensile di soli 800 mila euro non si possono garantire le rate dell’ex fissa. Oltretutto gli 800 mila euro sono in discesa costante a causa della raffica di pensionamenti.

Lorusso doveva obbligare la FIEG a rispettare i patti e a versare il dovuto, ma l’ha graziata… Tanto i pensionati non contano come gli attivi… Ma è proprio per tale motivo che in questi mesi c’è stata un’emorragia di cancellazioni dal sindacato unico, soprattutto in Lombardia e nel Lazio.

Insomma, la mancanza di un intervento immediato FNSI-FIEG farà saltare il banco. Mimma Iorio nega ogni problema. Ma nega l’evidenza. Correndo il rischio di pagare lei a causa delle colpe di FNSI e FIEG. Ma la Iorio – non molto amata soprattutto da migliaia di pensionati – rischia di restare con il classico cerino in mano. La ex fissa sarà quindi destinata all’implosione perché nel dicembre 2017 la voragine sarà di fatto insanabile.

Franco Siddi, da segretario della FNSI (25 anni di permesso sindacale) a consigliere d’amministrazione della RAI

Gli 800 mila euro mensili sono infatti destinati a diminuire e inoltre bisogna tenere conto che coloro che stanno andando in pensione o che ci andranno nei prossimi mesi e anni, avranno anche loro diritto a una quota di “ex fissa”.

Ma all’INPGI non c’è solo il nodo dell’ex fissa.

L’INPGI sta navigando dritto sugli scogli. Il gap fra entrate e uscite è spaventoso, il prelievo forzoso è stato un grave errore sociale, gli stipendi di direttore e presidentes fanno gridare allo scandalo, la vendita di immobili proietta molte ombre e poche luci…

In un’interrogazione parlamentare presentata mesi fa dall’on. Giorgio Airaudo alla Camera si ponevano numerosi interrogativi sull’operato di questo Cda, anche sulle “quantomeno discutibili modalità di vendita che starebbero suscitando gravi timori nonché motivate perplessità, non solo fra gli inquilini ma anche in una parte dei membri degli organi collegiali dell’istituto…”.

Lo stesso onorevole chiedeva lumi in pratica su tutto, dai bilanci ai bandi di concorso e chiedeva quali iniziative si intendesse adottare per accertare quello che l’interrogante giudicava “un affievolimento, di fatto, del ruolo di vigilanza da parte dei rappresentanti della presidenza del Consiglio e dei ministeri interessati”. Per chi volesse informarsi meglio, l’interpellanza è la n. 2-01543 della Camera dei deputati.

Ma ritorniamo all’ex fissa. Che fare?

In mancanza di un’azione effettiva da parte di Lorusso e Muscatello con gli editori, non rimane che la diffida.

Tutti i 1600 giornalisti pensionati “creditori” per l’ex fissa dovrebbero inviare una diffida in triplice copia a INPGI, FIEG e FNSI. Una diffida a non dilazionare ulteriormente le rate rispetto a ciò che è stato scritto nella lettera inviata a tutti i pensionati. O a non tagliare tale rata, in modo da portare gli anni di rateazione a 18-25 (e anche di più).

In pratica il giornalista andato in pensione 5-6 anni fa riceverebbe le ultime rate fra 20 e più anni. Fate un po’ due conti… e ditemi se vi sembra giusto.

Decio Venturi

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