Una pistola molto fumante. La impugnava un ufficio stampa

Riccardo Celi
Milano, 19 dicembre 2016

Quello che segue è il testo di una lettera indirizzata dall’Ufficio Stampa di una casa automobilistica a un collega che ha scritto un articolo su un nuovo modello di vettura presentato al Salone dell’Auto di Los Angeles. Un pezzo per niente malevolo (l’ho letto), ma evidentemente molto sgradito al mittente della lettera.

Il collega, che scrive senza peli sulla lingua per un grande quotidiano nazionale, l’ha pubblicato sul blog da lui gestito per il suo giornale. Colpisce che l’esponente della casa automobilistica parli senza alcuna ritrosia degli “ottimi rapporti” che intercorrono con il gruppo editoriale per il quale lavora il collega, e fino a che punto possano spingersi tali “rapporti” lo lascio intuire a chi legge.

Quegli ”ottimi rapporti” rappresentano una vera pistola fumante che dimostra, più di tante parole, come funzionano le cose oggi tra le case editrici e gli inserzionisti. O meglio, come dovrebbero funzionare secondo i desiderata di questi ultimi. Colpisce anche che l’Ufficio Stampa consideri gli altri giornalisti della testata “illustri” e “competenti”, e viene il sospetto che in realtà lo siano perché hanno descritto la vettura in termini molto più benevoli e graditi a chi la produce.

Ma ciò che impressiona forse più di ogni altra cosa è la palese minaccia, da parte dell’Ufficio Stampa, di interrompere gli “ottimi rapporti” con la testata. In altre parole, l’articolo incriminato potrebbe mettere a rischio gli introiti derivanti dalla pubblicità pagata dalla casa automobilistica e ospitata dal giornale.

Chi è preoccupato da cose come la possibile perdita di sovranità dell’Italia nei confronti delle multinazionali o il rischio che il loro potere di influenzare la stampa diventi insopportabile, rifletta su questa vicenda. So di parlare a chi queste cose le conosce bene e magari, in molti casi, non per sentito dire, ma la riflessione (amara) è che di questo potere le grandi multinazionali ne dispongono già, è già largamente insopportabile, e tramite la “longa manus” dei loro uffici stampa lo esercitano a piene mani, spudoratamente e senza remore.

Ragionando poi dalla parte del lettore, c’è da dire che la “pistola” fuma a tal punto che chi è abituato, prima di acquistare una vettura, a orientarsi consultando le cosiddette “prove su strada” delle auto pubblicate dalla stampa, specializzata o meno, farebbe meglio a lasciar perdere: in molti casi tali “prove” non valgono la carta (o i bit) che occupano, e il denaro eventualmente speso per informarsi può rivelarsi davvero sprecato.

E ora, ecco, qui sotto, la lettera incriminata.

Riccardo Celi 

Gentile dott. XXX,
sono AAA BBB, il Responsabile dell’Ufficio Stampa di XXX.

Abbiamo letto il suo pezzo e onestamente le confesso che siamo rimasti basiti. Parla dello YYY in modo estremamente superficiale, ammettendo di non averlo visto dal vivo, e proprio per questo in modo del tutto inadeguato. Illustri suoi colleghi, nonché stessi giornalisti competenti del ZZZ che erano presenti a Los Angeles, hanno espresso altri pareri su basi sicuramente più oggettive, avendolo visto dal vivo. Certo, non nascondiamo che un pezzo del genere, sull’ultima novità XXX, probabilmente influirà sugli ottimi rapporti tra XXX e il suo Gruppo Editoriale, non ci trova in una posizione di favore che faremo presente a chi di competenza.

La speranza è che lei possa cambiare l’ottica del pezzo quanto prima, rendendolo meno soggettivo e impreciso di quanto è ora, e riconoscendo lo sforzo che XXX sta facendo per rilanciare nel mondo con YYY il 100% XXX di qualità

Cordiali Saluti,
AAA BBB

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