I 5 Stelle sulla diffamazione: “Non voteremo mai per aggravare le pene e per il carcere”

Il 25 maggio scorso il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo dal titolo piuttosto inquietante: “Carcere ai giornalisti, su proposta del Pd la Casta chiede inasprimento pene per chi diffama politici e pm: sì in commissione”. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/25/carcere-ai-giornalisti-su-proposta-del-pd-la-casta-chiede-inasprimento-pene-per-chi-diffama-politici-e-pm-si-commissione/2765532/).

Nell’articolo si fa riferimento a un “Giallo a 5 Stelle” sul voto espresso dai membri M5S della commissione giustizia ed alle dichiarazioni del senatore Carlo Giovanardi (del gruppo politico Grandi Autonomie e Libertà, GAL). Indignato per una interpretazione che ritiene completamente errata il senatore Maurizio Buccarella del Movimento 5 Stelle ha inviato a Senza Bavaglio questa precisazione che volentieri pubblichiamo. Buccarella, lo ricordiamo, è autore tra l’altro, dell’emendamento sull’abolizione del reato di clandestinità.

sb

Maurizio Buccarella
Roma, 2 giugno 2016

A proposito della diffamazione c’è stata un’interpretazione malevola e distorta del nostro voto (e del nostro comportamento) nei confronti di un emendamento che inasprisce le pene per il reato di diffamazione. Il Movimento 5 Stelle non ha chiesto, né chiederà mai, inasprimenti delle pene, né tantomeno il carcere. Ecco come sono andate le cose.

Maurizio Buccarella
Maurizio Buccarella

1) FASE IN COMMISSIONE GIUSTIZIA

L’emendamento a firma Giovanardi proposto in Commissione Giustizia nell’ambito del DDL n. 1932 – Disposizioni in materia di contrasto al fenomeno delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali – (http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/45672.htm) mirava a cancellare dall’introducendo art. 339 bis c.p. l’aggravante della pena per il reato di diffamazione (595 c.p.) “se il fatto è commesso ai danni di un componente di un Corpo politico, amministrativo o giudiziario a causa dell’adempimento del mandato, delle funzioni o del servizio”. In realtà l’obbiettivo era un altro, cancellare ANCHE la medesima aggravante (da un terzo alla metà delle pene stabilite dal c.p.) per i reati di MINACCIA (612 CP) e DANNEGGIAMENTO (635 c.p.), come si può verificare esaminando il contenuto dell’emendamento 3.1: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emendc&leg=17&id=970118&idoggetto=936024

Il M5S, quindi, come la maggioranza dei membri della commissione giustizia del Senato, in data 3 maggio, ha ritenuto di BOCCIARE detto emendamento perché avrebbe con ogni evidenza SVUOTATO l’aggravamento della pena proprio per i reati più tipici con cui si intimidiscono gli amministratori soprattutto locali (pensiamo ai casi di minacce sotto varie forme ed al danneggiamento di autovetture o abitazioni di sindaci o consiglieri o assessori comunali per fini intimidatori). Nell’immediatezza della domanda dei giornalisti del FQ fatta nei corridoi del Senato, a distanza di tre settimane da quel voto in commissione, io e gli altri colleghi del M5S in commissione non potevano ricordare con la dovuta precisione le motivazioni del voto contrario a quell’emendamento.

2) FASE D’AULA (Il DDL 1932 è calendarizzato in Aula al Senato nella settimana 7-9 giugno 2016)

Il M5S condivide l’opportunità di CANCELLARE l’aggravante per il reato di diffamazione poiché tale disposizione potrebbe intimidire, al contrario, la libera critica dell’attività amministrativa da parte di cittadini e giornalisti. Per questo motivo il M5S ha già proposto per l’esame in Aula, entro il termine per la presentazione degli emendamenti d’aula scaduto il 12 maggio u.s., un emendamento che si limita a cancellare il reato di diffamazione fra quelli per i quali è previsto l’aggravamento, senza minare il senso e la portata della norma che vuole tutelare gli amministratori dalle intimidazioni di provenienza anche malavitosa:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=17&id=974040&idoggetto=936024

Inoltre abbiamo proposto di NON estendere ai parlamentari tale tipo di tutela perché ci appare francamente eccessiva se applicata ai politici:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=17&id=974043&idoggetto=936024

Il senatore Giovanardi, invece, anche per l’aula ripropone il medesimo emendamento già proposto in commissione (stessa numerazione, 3.1):

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=17&id=974039&idoggetto=936024

Anzi (qui la cosa si fa divertente…), propone la sostituzione dell’intero art. 339 bis c.p., REINTRODUCENDO L’AGGRAVANTE DELLA DIFFAMAZIONE !:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=17&id=974035&idoggetto=936024

Poi addirittura propone il mantenimento per la diffamazione e la cancellazione dell’aggravante per i reati di Lesioni personali (582), Violenza privata (610) e Minaccia (612) !!!:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=17&id=974038&idoggetto=936024

Tornando al titolo dell’articolo del Fatto Quotidiano Online, occorrerebbe capire chi lavora per la Casta e chi contro la libertà di stampa e contro la tutela dell’azione degli amministratori locali, libera da condizionamenti intimidatori…

Maurizio Buccarella
Avvocato e senatore del M5S

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