SANTO DELLA VOLPE/Prima di morire avrebbe voluto indagare su Ilaria e Miran

Santo della Volpe
Santo della Volpe
Nairobi, 9 luglio 2015
La scomparsa di Santo della Volpe getta nel lutto me e i colleghi di Senza Bavaglio: costernati, dispiaciuti, amareggiati. Conoscevo Santo da anni. Non posso dire che fossimo amici, ma ci scambiavamo spesso impressioni e commenti. Gli avevo parlato anche in occasione della sua elezione alla presidenza della FNSI e gli avevo raccontato perché noi siamo così “fissati” con l’Organismo di Base dei freelance.

 

“Santo, questi sono gli ultimi, i paria, i diseredati, i più derelitti. Non hanno nessuna garanzia. Se li salviamo, con loro salviamo il giornalismo. Sono ricattabili dagli editori e non hanno neppure i soldi per fare una telefonata in più per verificare una notizia. Che senso ha tenerli ai margini del giornalismo e fare gestire i loro problemi da altri? Lo so che gli editori non ci sentono, ma dobbiamo aprirgli le orecchie e urlarglielo nei timpani. Ma occorre anche fare capire l’importanza di questa battaglia ai colleghi contrattualizzati e ai burocrati del sindacato, che fanno quadrato per non far passare l’Organismo di Base”.

Aveva capito e mi aveva assicurato che avrebbe in qualche modo lottato per aprire questa strada, anche se mi aveva chiesto tempo: “Come sai non è facile, ma ci riusciremo pian piano. Lasciami capire come funzionano le cose qui. Guarda, che anche i nuovi vertici non sono pregiudizialmente contrari”. Poi mi aveva chiesto: “Mi porti in Somalia? Vorrei capire come sono morti Ilaria e Miran. Vorrei approfondire questa vicenda per dipanare il mistero”.

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

 

Gli avevo raccontato la mia opinione in proposito, i rischi che si corrono a Mogadiscio e gli avevo promesso che avrei preparato un viaggio da fare assieme. “Speriamo che la mia malattia me lo permetta. Voglio proprio andare in Somalia a vedere”. L’ultima volta che l’ho visto avevo rinnovato l’invito: “Massimo, non so se ce la farò. La malattia non mi lascia, non riesco a vincere”. Avevo cercato di rincuorarlo e di fargli forza.

 

Stamattina è stato un messaggio della mia collega Nicoletta che mi ha comunicato la tragica notizia. Ho chiamato subito Enzo Nucci, qui a Nairobi. Era anche lui sconvolto ed è ammutolito tant’è che ho dovuto chiedergli se fosse ancora alla cornetta o la linea fosse saltata.

 

Con Santo se ne va una persona per bene, che avrebbe sicuramente portato una ventata d’aria fresca in FNSI. Raccogliamo tutti il suo esempio. Lui se n’è andato, ma facciamo in modo che il suo messaggio resti.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi
www.senzabavaglio.info

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