ORDINE/Il pasticcio dei corsi in Lombardia

Certo è che in questo momento la nostra categoria è travagliata da più parti, oltre al contratto (che sta per distruggere giornalisti e giornalismo), equo compenso (disattesa la legge, più che un equo compenso hanno sancito un compenso da fame), ci voleva pure la formazione obbligatoria.

Per effetto del DPR 137 del 7 agosto 2012 attuativo della riforma degli ordinamenti professionali, la formazione continua dei giornalisti (FPC) è diventata dal primo gennaio 2014 obbligatoria per tutti gli iscritti a un albo professionale e dunque anche per i giornalisti italiani in attività.

Gabriele Dossena, presidente dell'Ordine della Lombardia
Gabriele Dossena, presidente dell’Ordine della Lombardia

Abbiamo già spiegato in dettaglio il dove, come, quando della formazione e come acquisire i crediti richiesti nel triennio.

http://www.senzabavaglio.info/index.php?option=com_content&view=article&id=712:formazioneistruzioni-per-luso-&catid=1:ultime&Itemid=37

La maggioranza dei giornalisti ha deciso di boicottare i corsi, altri si sono rassegnati e cercano di seguirli. La domanda che sorge spontanea è: alla fine del triennio davvero la metà dei giornalisti italiani verrà depennata dall’Ordine?

Ma veniamo alla formazione in dettaglio:formazione obbligatoria e, di conseguenza, corsi gratuiti per tutti. Un’equazione logica sicuramente, ma la realtà può essere diversa.

L’Ordine dell’Emilia Romagna sgombra ogni dubbio dichiarando: “per decisione del Consiglio la formazione, è e resterà gratuita. Questo significa che si allestirà, grazie al lavoro della Fondazione dell’Ordine giornalisti, un’offerta formativa tale da garantire la copertura di tutti i crediti necessari nel triennio”.

La Toscana propone parecchi corsi di formazione gratuiti, ne aggiunge alcuni a prezzo simbolico: 20 euro; una serie di corsi improntati alle nuove tecnologie costano 99 euro e uno solo, della durata di cinque giorni, arriva a costare 190 euro.

La Sicilia propone una serie di corsi in quasi tutte le città della regione, a costo zero.

La regione Marche propone corsi gratuiti oppure a pagamento (dai 10 ai 25 euro) ma in alcuni casi fornisce anche utili dispense.

Il Piemonte: tutti corsi gratuiti e non solo a Torino.

Il Lazio pubblicizza in home page del suo sito un trimestre di corsi interessanti e completamente gratuiti.

E così via via le altre regioni: abbondanza di proposte di corsi di formazione piuttosto convincenti, spesso non solo nel capoluogo ma anche in giro per il territorio. Con ampia possibilità di partecipazione e perlopiù gratuiti.

Ma c’è una regione che si distingue per la sua peculiarità: grave ritardo per l’organizzazione, e non solo, con costi assolutamente improponibili. E’ la capitale dell’editoria, Milano, cioè l’Ordine della Lombardia.

Il Consiglio ha affidato l’incarico della formazione all’ex presidente Letizia Gonzales.

Fin dall’inizio era piuttosto chiaro che la Lombardia invece di essere la capofila, stava riducendosi a fanalino di coda di tutti gli Ordini italiani. Nessuna informazione, nessuna notizia agli iscritti, pochi corsi a disposizione. Chissà forse la signora Gonzales si è fidata troppo dei suoi amici, compagni di corrente sindacale. Fatto sta che i risultati sono sotto agli occhi di tutti.

26 corsi la prima tornata, di cui solo 13 gratuiti, gli altri a pagamento.

Brilla tra gli altri, un corso affidato a Freemedia, al costo di “soli” 330 euro. 32 ore di lezioni per 12 crediti. E già qui non si capisce come un corso possa dare ben dodici crediti, quando il massimo di crediti che si possono acquisire (secondo il regolamento) sono 8, 10 se tratta temi di deontologia, e in questo caso (Professione Reporter) la deontologia non è il tema portante Si ottengono 10 crediti per corsi di più di 50 ore e si arriva a 12 solo se tenuti in lingua straniera. Il corso on-line dell’Ordine Nazionale sulla deontologia infatti di crediti ne dà 10. Morale i 12 crediti non si potevano proprio assegnare.

Ma andando a fondo si scopre il perché dei privilegi: come spiega il sito web di Freemedia il direttore editoriale è Saverio Paffumi, anche lui compagno di corrente della signora Gonzales, e oggi anche membro del Consiglio di disciplina dell’Ordine Nazionale. Una commistione di questo tipo forse giustificherebbe le sue dimissioni da entrambi gli incarichi.

Poi ci sono corsi organizzati direttamente dall’Ordine lombardo insieme all’Università Cattolica per le modiche cifre di 300 e 450 euro ma per onor del vero ce ne sono pure due gratuiti. Gratuiti per gli scritti, ma non per l’Ordine. Per 14 supereletti c’era pure un corso da 671 euro, sicuramente interessante, ma improponibile.

Evidentemente le proteste devono essere state tante perché per le nuove proposte (dagiugno a settembre) i costi si abbassano, da 50 a 180 euro. Ben quattro corsi da 50 euro l’uno, due crediti, con la copertura di 100 iscritti a corso, sono organizzati direttamente dall’Ordine e con un unico docente, Raffaele Fiengo, leader storico sempre della stessa corrente sindacale di Gonzales. Alla fine c’è stata una certa maretta tra i due e i quattro corsi sono stati annullati.

Quello che non si capisce è perché comunque l’Ordine lombardo riesca persino a far pagare i corsi che organizza direttamente, senza enti terzi!

Comunque è palese che Letizia Gonzales ha di fatto affidato i “nostri” corsi, cioè i corsi di tutti noi, solo a costose Università private e ai suoi compagni di corrente. Non si fa così con una cosa seria e che, soprattutto, doveva essere a costo zero come la Formazione Professionale Continua.

A ottobre compare un altro corso: “Il giornalista e la macchina da presa”, (è davvero formazione?) 90 partecipanti, 60 euro il costo. Finalmente arriva un corso che si può definire davvero interessante: “Strumenti digitali per il videogiornalismo” otto giornate (e ci si chiede chi lavorando abbia otto giorni da impegnare nella formazione), 8 crediti, 15 partecipanti, 500 euro.

Sebbene l’Ordine della Lombardia proponga 32 corsi da qui alla fine dell’anno (di cui 13 gratuiti i e gli altri tornano ad essere piuttosto costosi), la copertura di posti non è certo sufficiente a permettere a tutti di acquisire crediti. Che faranno allora i 22.500 giornalisti lombardi, (su 25.870 iscritti) per cui la formazione è un obbligo di legge?

Certo l’Ordine della Lombardia non ci sta facendo una bella figura. Si potrebbe, per esempio, cominciare a promuovere dei bei corsi on-line oppure corsi che si possano seguire in streaming per permettere a tutti gli iscritti lombardi di mettere da parte i crediti.

A or di ritardi, è doveroso segnalare che pure l’Ordine Nazionale fa la sua parte. La piattaforma informatica che doveva essere pronta lo scorso febbraio, poi posposta di mese in mese, pare sarà pronta a metà luglio.

Ricordiamo che la piattaforma, realizzata con tutti i dati forniti dai singoli Ordini regionali, è un data base essenziale nella segnalazione, monitoraggio e controllo di tutti i corsi e della situazione crediti degli iscritti. Ogni iscritto all’Ordine potrà infatti vedere, aggiornato in tempo reale, tutto il panorama dei corsi in Italia: tema, durata, luogo, crediti assegnati, costi. Ci si potrà iscrivere direttamente ai corsi scelti. Inoltre, tramite una password, si potrà controllare l’andamento dei propri crediti.

Tornando nel merito dei corsi, il presidente dell’Ordine Nazionale, Enzo Iacopino, lo scorso 16 giugno in un pezzo dal titolo lungimirante: “Formazione: i doveri dei giornalisti e i tentativi di fare affari”, a proposito dei corsi che gli Ordini regionali devono organizzare scrive:

Gli Ordini regionali organizzeranno un numero di corsi a titolo gratuito sufficiente per consentire a tutti i colleghi la possibilità di acquisire i crediti richiesti.

E’ un impegno non mio, ma di tutti noi.

L’Odg nazionale ha, inoltre, già organizzato un corso di deontologia on line, che vale dieci punti. Ne organizzerà degli altri, facendosi carico dei costi necessari. Tutti saranno a titolo gratuito. TUTTI.

Questa è la linea dell’Ordine nazionale.

Personalmente non parteciperò mai ad alcun corso di formazione-aggiornamento che richieda un pagamento (ho fatto una relazione al corso dell’Ucsi a Fiuggi, svolto su base residenziale e ai partecipanti era chiesto dalla stessa Ucsi, non dall’Odg, di far fronte ai costi di albergo e vitto).

Non già perché, come leggo e so, la situazione per decine di migliaia di colleghi è davvero difficile, ma perché ritengo sia un dovere morale dell’Ordine offrire ai suoi iscritti l’opportunità di rispettare gli obblighi di legge anche senza sborsare un solo euro”.

Ma qualcuno si deve essere accorto dell’anomalia dell’Ordine Lombardo: corsi a pagamento e coinvolgimento dei propri amici di componente.

Invece di reagire o sistemare le cose come ci si potrebbe aspettare, questi qualcuno devono aver pensato che pure i corsi di formazione potevano diventare un ottimo strumento di propaganda per sé e per i propri amici.

Metterli a pagamento però sarebbe stato osare troppo!

Di colpo compaiono uno dopo l’altro una serie di presentazioni/corsi/convegni organizzati/coordinati/insegnati dalle varie componenti lombarde.

E così accade che ormai in Lombardia ogni corrente sindacale si fa il suo corso o il suo convegno, il tutto senza che ci sia un minimo di vigilanza da parte di nessuno.

Stampa Democratica e Gruppo Gallizzi sembra che si siano quasi messi d’accordo su come organizzare convegni e/o presentazione di libri per garantire crediti ai propri elettori. Vediamo qualche esempio recente:

4 giugno, al Circolo della Stampa, Giuseppe Gallizzi presenta il suo libro e chiama a raccolta i simpatizzanti del suo gruppo promettendo e sbandierando pubblicamente 6 crediti formativi prima ancora che il Comitato tecnico scientifico si pronunci. Il Cts si pronuncerà – dopo – assegnando 4 crediti e non 6.

Non si capisce proprio come potesse pensare che la sua presentazione garantisse ben 6 crediti, quando l’allegato 1 delle disposizioni attuative che i suoi consiglieri dell’Ordine Nazionale dovrebbero conoscere bene, dice a chiare lettere: 2 crediti per evento, 4 se inerenti la deontologia professionale.

Resta il fatto che l’organizzazione di questa serata è avvenuta a tempo di record, con l’intervento diretto dell’Ordine Nazionale. La cosa ha creato di fatto un precedente e ha provocato un certo numero di problemucci all’Ordine Lombardo che si trova ora a gestire richieste simili che vogliono  bypassare le regole.

Il 23 giugno al Pirellone si è svolto  il convegno “Il ruolo degli uffici stampa”. Paolo Costa (Stampa Democratica) e Aurelio Biassoni (Gruppo Gallizzi) hanno presentato, orgogliosi, sul palco, il primo di una serie di tre convegni che hanno organizzato per i loro colleghi dell’ufficio stampa della Regione Lombardia. Coordina Massimiliano Saggese (Gruppo Gallizzi), tra i relatori Marco Volpati (Stampa Democratica). Tutti, a parte Paolo Costa, Consiglieri dell’Ordine Nazionale.

Renzo Magosso (Stampa Democratica) e Angelo Baguini (Gruppo Gallizzi), il 28 giugno sono stati invitati a Varese a partecipare a una “lezione” (così è stata pubblicizzata).  Entrambi, non solo sono Consiglieri Nazionali dell’Ordine, ma anche membri del Comitato Tecnico Scientifico, proprio il “controllore” della formazione.

Nota bene. Durante la votazione del Consiglio Nazionale per approvare “le disposizioni attuative” della formazione, all’articolo 12 (incompatibilità) che correttamente recitava: “Al fine di evitare eventuali conflitti di interesse, si stabilisce l’incompatibilità tra il ruolo di componente del CTS del CNOG e la presenza a qualsiasi titolo negli enti autorizzati”, è’ stata, guarda un po’, all’ultim’ora, aggiunta una frasetta ad hoc: “ad eccezione fatta per la docenza gratuita”. E ci mancherebbe altro! Resta il fatto che gratis o a pagamento la partecipazione a eventi o corsi che danno crediti formativi degli stessi membri controllori e giudicanti che stabiliscono se e quanti crediti dare, è una palese commistione, in contrasto con la più semplice forma di etica e deontologia.

Il 26 giugno Franz Foti (Stampa Democratica) ha presentato un suo libro intitolato “I disarmati” sui ceti medi (che c’entrano i ceti medi con i giornalisti? Boh) all’Istituto Manzoni di Milano, annunciando anche lui crediti (non si capisce quanti), ma durante la serata si è diligentemente preso nota dei nomi dei partecipanti per poter poi inviare loro i crediti acquisiti. Alla fine il Cts gli ha assegnato 4 crediti.

Certo che se questo è il livello della formazione in Lombardia, capitale del giornalismo italiano, hanno ragione tutti quei giornalisti che dicono: ”di una formazione così non sappiamo che farcene!”.

A questo punto i numerosi errori compiuti sono almeno serviti al presidente Gabriele Dossena per cambiare radicalmente rotta. Ha infatti, proprio in questi giorni, dato vita a una task force per la Formazione composta da tre consiglieri: lo stesso presidente, Rosi Brandi (consigliere segretario, Stampa Democratica) e Luca Pagni (Consigliere Tesoriere, Senza Bavaglio) e tre funzionari, cui potrebbe essere affiancata una nuova figura preposta all’organizzazione, con una sorta di contratto a progetto, sul modello di quanto hanno già fatto altri Ordini.

Simona Fossati
Consigliere Ordine Nazionale
www.usgf.it
www.senzabavaglio.info

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