Il pirandelliano Alfano, ovvero un politico in cerca d’autore


Povero Angiolino Alfano, da quando non prende più ordini da Berlusconi sembra un personaggio in cerca di autore. E’ scappato dalla nave berlusconiana perché pensava che il cavaliere fosse finito, e invece è ancora lì vivo e vegeto se non a dettare, certamente a condividere l’agenda politica con Renzi.

Il politico di Agrigento ha avuto la stessa aspirazione che hanno tutte le mezze tacche della politica italiana: fare l’ago della bilancia, essere decisivo per comporre maggioranze (indifferentemente di qualsiasi colore) in modo da poter ricattare e lucrare ministeri, sottogoverno e la gestione di grossi appalti, in misura sproporzionata rispetto alla propria forza elettorale. Di programmi politici non se ne parla proprio, sono ritenuti c … te di cui si deve fare sfoggio solo nelle campagne elettorali e nei dibattiti televisivi.

Normalmente costoro vanno a prendere i voti soprattutto nelle comunità, spesso religiose, dove vige un controllo sicuro degli ospiti, verso cui si fanno adeguate donazioni con soldi pubblici, soprattutto ai vertici, nei circoli meridionali di anziani dove basta regalare ogni tanto un televisore nuovo e un biliardo per accattivarseli, o in certo associazionismo fortemente ideologizzato, i cui membri sono facilmente condizionabili e inquadrabili (a proposito, finalmente un capo del governo si è rifiutato di andare all’adunata di Cl).

E’ successo che imprevedibilmente Berlusconi si è messo a fare da stampella a questo governo nei momenti decisivi, e la forza ricattatoria del partitino di Alfano e Lupi è alquanto scemata. Inoltre il partito deve pur far vedere ogni tanto che fa politica per far sapere che esiste; un po’ come quelle attività commerciali che vengono aperte per far da copertura a qualcos’altro: devono pur vendere qualcosa altrimenti la simulazione diventa troppo sfacciata.

Allora Angiolino cosa fa? Apre una polemica ferragostana sull’art. 18 e prende di petto nientepopodimeno che la questione della “legalità”, dove però le illegalità non sarebbero quelle dei tangentisti, degli evasori, dei corruttori di giudici e testimoni, ecc. ecc., ma quella dei venditori ambulanti extracomunitari.

Questi politici insignificanti, per procurarsi visibilità, cercano sempre argomenti fatui che sanno già in partenza che non porteranno a nulla di concreto, perché non sia mai dovessero affrontare una questione che poi verrà attuata si correrebbe il rischio di assumersi delle responsabilità. Per carità! La responsabilità non fa parte del bagaglio umano di costoro. Questi devono pensare sempre e solo a galleggiare.

E così questa volta sono state scelte due questioni che resteranno anche in futuro sostanzialmente così come sono ora. La cosa che sorprende, ma fino a un certo punto, è che questi personaggi trovano sempre un giornalista pronto a fare loro un’intervista e raccogliere la grande proposta senza osservazioni, basta un fischio e lì pronti a correre e scrivere sotto dettatura.

Tra l’altro il nostro eroe, il quale non dimentichiamo è ministro dell’interno, per indicare gli ambulanti ha usato un’espressione offensiva, becera. Chissà, forse in una delle prossime domeniche troveremo Angiolino e Tavecchio insieme in tribuna di qualche stadio a lanciare banane ai calciatori di colore, e ridere di gusto.

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