“In ginocchio da te”

“Io voglio per me le tue carezze, si io t’amo più della mia vita.

“Ritornerò in ginocchio da te, l’altra non è, non è niente per me.

“Ora lo so, ho sbagliato con te, ritornerò in ginocchio da te.

“E bacerò le tue mani amor, negli occhi tuoi che hanno pianto per me

“io cercherò il perdono da te, e bacerò le tue mani amor.

“…”

Nella politica italiana ormai cantano quasi tutti in coro la canzone che fu uno dei cavalli di battaglia di Gianni Morandi negli anni ’60. Il destinatario di questa richiesta di perdono? Ma Matteo Renzi, no? Da quando l’ex sindaco ha preso il 41% dei suffragi è tutto un accorrere sul carro del vincitore. Fra qualche anno, quando ci sarà da compilare le liste per le prossime elezioni, assisteremo anche ai distinguo intestini tra gli “ante 41%” e i “post 41%”, con tanto di piagnistei e di accuse di tradimento e di scarso riconoscimento per chi verrà escluso.

Noi che siamo semplici spettatori di questo spettacolo ce ne divertiamo, però con quel sorriso amaro tipicamente suscitato da molte commedie di Alberto Sordi. E cerchiamo di rispondere a qualche domanda più di sostanza, la principale della quale ci pare essere: perché a Renzi stanno riuscendo certe cose che agli altri non sono riuscite? In verità questa domanda ce la siamo già posta nel “gessetto” del 18 gennaio u.s., quando concerneva il fatto che la trattativa di Renzi con Berlusconi non suscitava nella base del centro sinistra le stesse rivolte cui avevamo assistito in occasione dei precedenti inciuci.

E la risposta che ci demmo fu che Renzi era ancora “vergine”, e quindi se lui diceva che andava a trattare solo sulle riforme istituzionali, la gente gli credeva, mentre se la stessa cosa l’avesse detta la vecchia guardia non sarebbe stata creduta e si sarebbe pensato che la trattativa avrebbe riguardato altre cose meno nobili. Più o meno la riposta che ci diamo oggi sul fatto che Renzi stia avendo la strada più spianata per certe riforme è dello stesso tenore.

In particolare crediamo che Renzi, sempre per la sua “verginità”, non sia condizionabile e tanto meno ricattabile. Non deve ricorrere al do ut des, perché finora non ha ricevuto nulla dai suoi colleghi politici (maggioranza e opposizione), e quindi non è tenuto a restituire nulla; finora ha ricevuto (tanto) solo dagli elettori, ed è a essi che deve rispondere. Il non essere ricattabile conferisce una libertà sconosciuta a chi è in politica da decenni, e che ha fatto del compromesso, per non dire dell’accordo sottobanco sulla spartizione delle spoglie del paese, la cifra principale della propria attività.

A nessuno della vecchia guardia poteva riuscire quello che pare stia riuscendo a Renzi. E’ patetico Veltroni quando dichiara: “Renzi ha realizzato il mio disegno”. Cosa vuol dire? Anche chi scrive, che da bambino sognava di fare il calciatore, potrebbe dire oggi “Messi ha realizzato il mio disegno”.

Caro Veltroni, anziché dire queste idiozie, spieghi ai suoi elettori sulla base di quali valutazioni aveva inserito Penati nel gruppo di lavoro che doveva portare alla costituzione del Partito Democratico.

La stessa “verginità” pensiamo sia alla base dell’ampio consenso elettorale di Renzi, alla quale va aggiunto il fatto che egli diceva, e già aveva in parte attuato, un cosa ben precisa e comprensibile, che un domani non può cadere in quei dibattiti infiniti su “cosa volesse realmente dire”, e cioè che avrebbe rottamato la vecchia guardia del suo partito, i vari Suslov, Cernenko, Breznev, Andropov italiani.

Infine, per quanto ci riguarda, per il momento non abbiamo cambiato parere sul nuovo leader, e quindi ripetiamo quanto abbiamo già scritto altre volte: non condividiamo il suo programma complessivo, ma speriamo lo stesso che ce la faccia.

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