RCS/Smantellare la Gazzetta obbiettivo della proprietà

Lo smantellamento della Gazzetta dello Sport, intesa come svuotamento di contenuti giornalistici e sfruttamento esasperato del marchio. Sembra questo l’unico obiettivo della RCS. Dopo aver firmato in dicembre un accordo per lo stato di crisi che prevede 19 esuberi, l’azienda editoriale, come se nulla fosse, ogni settimana tira fuori dal cilindro novità che non vanno certo in direzione del rilancio del prodotto giornalistico e che appaiono a dir poco non corrette rispetto a un patto siglato davanti al ministero che dovrebbe prevedere il “congelamento” dello “status quo” nel bene e nel male.

In un panorama già poco chiaro – buchi finanziari di svariate decine di milioni, con relative inchieste penali per l’operazione Recoletos e per i bilanci di Rcs Sport – ecco prima la svendita dello storico stabile di via Solferino, poi l’annuncio dell’operazione “GazzaBet” (data come inderogabile, con la minaccia di altri tagli di pagine e conseguentemente di posti di lavoro) e ora anche il trasferimento in via Rizzoli della redazione milanese.

Iniziative che smentiscono affermazioni di pochi mesi fa da parte della stessa azienda. Un comportamento sindacalmente inaccettabile e per la quale i giornalisti della Gazzetta dello Sport hanno proclamato nell’ultimo periodo due giorni di sciopero: il 28 gennaio e il 6 febbraio.

L’azienda continua a parlare di grave crisi, ma al tempo stesso ha dovuto ammettere che – nonostante il forte calo pubblicitario e anche di vendite – i conti del 2013 portano comunque il segno più. Non si capisce perché debbano essere sempre la redazione e soprattutto i lettori a pagare le conseguenze di amministrazioni quantomeno discutibili.

 

A proposito di “GazzaBet” a fine gennaio un’agenzia specializzata ha annunciato l’acquisto della licenza detenuta da Neomobile Gaming Spa, che operava sul mercato col marchio Casino Planet.

Da lì, ottenuto il consenso dell’Aams, RCS affiderà la concessione a Playtech, che gestirà il business dall’esterno. Per siglare l’accordo fino al 2020 con Neomobile sono stati stanziati 300mila euro: una cifra che forse non sposterà il bilancio di un grande gruppo editoriale, ma che nondimeno ci sarebbe piaciuto veder investita in progetti giornalistici, invece che in iniziative che rischiano di incrinare il rapporto di fiducia coi lettori del nostro giornale.

 

Per tutto questo la redazione ribadisce il proprio no a “GazzaBet” (anche la FNSI e l’Ordine si sono pronunciati in tal senso) anche attraverso una petizione al management di Rcs MediaGroup, creata attraverso il sito change.org (clicca qui per firmarla https://www.change.org/petitions/pietro-scott-jovane-no-all-operazione-gazzabet-il-nome-della-gazzetta-dello-sport-non-deve-essere-associato-ai-gestori-del-business-delle-scommesse-sportive

e condividerla con l’hashtag #nogazzabet)

L’appello che ha già raccolto oltre 6000 firme e che è stato sottoscritto, tra gli altri, da campioni dello sport come il tiratore olimpionico Niccolò Campriani e artisti come l’attore Alessandro Gassman.

L’unica scommessa che accettiamo di legare al marchio Gazzetta è sulla professionalità e la qualità del nostro lavoro giornalistico.

Maurizio Nicita

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