Un flopp l’incursione della casta in Calabria (di Pietro Melia)

La scarsissima e numericamente insignificante partecipazione certifica in modo eloquente la sconfitta sul campo dei “promotori” (la cui autorevolezza e credibilità ha toccato ormai il fondo) della cosiddetta “Conferenza Nazionale” e la conferma della indubitabile legittimità delle mie precedenti osservazioni e contestazioni: si è trattato – e non poteva essere diversamente –  di un goffo quanto maldestro e malriuscito tentativo di gravissima e inaccettabile interferenza alla vigilia dell’importantissimo e per certi versi vitale test elettorale per il rinnovo del Consiglio Generale dell’Inpgi.

Saranno adesso i giornalisti calabresi, quelli realmente liberi, con il loro voto, a partire dal prossimo 27 febbraio,  a scrivere il resto della storia, contribuendo così ad interrompere un “sistema di potere” indecente ed esiziale, che da anni grava come una cappa di piombo sulla nostra categoria. Per parte mia, ribadisco l’assoluta necessità di adire, anche a tutela, le vie legali.

Toccherà alla magistratura ordinaria, che investitò con un esposto-denuncia, stabilire se nell’organizzazione della “parata” di Reggio Calabria (in presenza, e con il concorso presumo, di Franco Siddi e Andrea Camporese, rispettivamente Segretario della Fnsi e Presidente dell’Inpgi) siano stati distratti fondi collettivi e pubblici (dei giornalisti italiani e calabresi, quindi anche miei) a sostegno di una candidatura privata e di parte.

Pietro Melia
Giornalista Rai
Candidato al Consiglio Generale dell’Inpgi Circoscrizione Calabria

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