ORDINE DEL LAZIO/ Il Consiglio deve dimettersi

 

Imbarazzante. Molto imbarazzante. Come sapete, il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, anziché obbedire alla legge limitandosi a trasmetterlo al Consiglio Nazionale dell’Ordine del Giornalisti, ha preferito commettere l’illegalità del prendere in esame il mio esposto contro la collega Federica Sciarelli motivato dagli eccessi di disinvoltura e qualche omertà nell’occuparsi a “Chi l’ha visto?” della scomparsa di Emanuela Orlandi.

Sciarelli fa parte del Consiglio dell’Ordine del Lazio, cioè dell’organo che avrebbe dovuto giudicarla, ecco perché per legge l’esposto doveva essere girato all’Ordine nazionale. Che infatti nei giorni scorsi ha ordinato al Consiglio del Lazio la trasmissione del fascicolo illegalmente trattenuto, illegalmente esaminato e illegalmente archiviato. Anche un cretino capisce che queste illegalità sono state “ingenuamente” commesse per tentare di affossare l’esposto. Il conflitto di interessi è infatti lampante. A meno che si voglia sostenere che esiste solo per Berlusconi….

Quello che però fino a ieri ignoravo è che del Consiglio del Lazio fanno parte colleghi la cui presenza si direbbe alquanto incompatibile, anche per una questione di decenza professionale e ulteriore conflitto di interessi, con la partecipazione al giudizio sul mio esposto. Questi i nomi dei membri del Consiglio: Bruno Tucci, Gino Falleri, Filippo Anastasi, Claudio Rizza, Maria Francesca Genco, Daniele Mastrogiacomo, Franco Rosati, Federica Sciarelli, Ignazio Ingrao, Ettore Colombo, Nino Amoroso, Alberta Del Bianco.

Ignazio Ingrao per un suo articolo sul settimanale Panorama è stato condannato a risarcire con 15.000 euro la vedova De Pedis. Chiaro come il sole che lui in particolare NON poteva occuparsi del mio esposto, visto che questo tratta anche di De Pedis e della sua vedova.

Ettore Colombo sono certo sia solo un omonimo dell’Ettore Colombo che nel 2004 si inventò mie dichiarazioni mi pare su Scalfari pubblicandole non ricordo dove, con conseguente pubblico litigio da lui alimentato via mail e sua uscita da Senza Bavaglio. Una omonimia, questa dei due Ettore Colombo, che pare il classico zampino del diavolo…

Daniele Mastrogiacomo un paio di anni fa s’è beccato un esposto di Massimo Alberizzi, come me cofondatore di Senza Bavaglio. Qualche motivo di risentimento con i “senzabavaglini” come me potrebbe averlo avuto quindi anche lui, motivo per cui sarebbe stato più corretto si tenesse alla larga dal mio esposto.

Ripeto: oltre ai motivi di inopportunità, resta il fatto che l’avere esaminato il mio ricorso anziché limitarsi a girarlo all’Ordine nazionale è stato un atto illegale. Un sopruso nei miei confronti, compiuto per tentare di insabbiare l’esposto contro la Sciarelli e per farmi comunque pagare caro l’eventuale insistere: oltre 300 euro di tasse per l’impugnazione contro l’insabbiamento più qualche migliaio di euro di avvocato e viaggi da Milano per l’ovvio esposto-denuncia alla magistratura.

Qualunque collega onesto è in grado di capire che a fronte di tali macroscopiche scorrettezze, che non possono certo essere state commesse in buona fede per semplice ignoranza della legge, è il caso che Tucci&C diano le dimissioni.

 

Pino Nicotri
Consigliere generale dell’Inpgi
Direttivo della Lombarda
Senza Bavaglio

 

 

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