AGI/Quando dai prepensionamenti si salvano solo gli amici

 

Tratto dal sito www.unonotizie.it

 

VICENDA ENI – AGI, AGENZIA GIORNALISTICA ITALIA

Prepensionati redattori AGI. Restano manager ENI e amici degli amici?

Una certa influenza sulle nomine per il CdA dell’Eni può averla l’inchiesta dei Pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio, sul ruolo di Luigi Bisignani, già ribattezzata P4

 

VICENDE ENI – AGI, AGENZIA GIORNALISTICA ITALIA: a casa molti redattori AGI.

Ultime notizie Roma – Tra poche settimane, il 4 aprile, saranno noti i componenti del CdA dell’Eni, il maggior gruppo industriale partecipato dallo Stato, il Ministero del Tesoro è infatti l’azionista di maggioranza: si saprà se l’attuale ad Paolo Scaroni e la sua squadra, proseguiranno nel terzo mandato o se ci saranno, come pare probabile, cambiamenti e/o aggiustamenti. In particolare all’Agi, l’agenzia di stampa dell’Eni.

 

Proprio per l’Agi, oggi 15 marzo, cade una ricorrenza drammatica: la scomparsa, passata sotto ‘silenzio’, per la gravità dell’atto consumato nella sede di lavoro, con l’alibi della privacy, di un’apprezzata e ben nota collega nel mondo dell’informazione, Giovanna Baino. Nel mentre prosegue, per niente limpidamente, il piano di prepensionamenti (2010-2011) per 19 redattori, secondo la legge 416 per stato di crisi: gli ultimi due, se non tre, bilanci dell’Agi si sono chiusi, infatti, in rosso (per un totale non inferiore ai 15 milioni di euro) ripianati dal potente cane a sei zampe che ha evitato l’istanza del fallimento per erosione del capitale sociale dell’agenzia di stampa guidata da Daniela Viglione.

 

Parallelamente all’attuazione del piano di prepensionamenti (sono già usciti 16 dei 19 redattori, gli ultimi tre entro novembre prossimo) si è provveduto ad un nutrito pacchetto di nomine (un vice-direttore, un capo-redattore centrale, un paio di capo-servizi) fuori dalle norme contrattuali e dall’accordo sottoscritto da Fieg, Fnsi, Agi, Asr e Cdr sulla futura pianta organica.

 

Nonché all’assunzione ed impiego di collaboratori a vario titolo per rimpolpare la redazione: in realtà per ridisegnare futuri ruoli e competenze.

 

Un’operazione in sé legittima, ma certamente molto poco rispettosa delle norme vigenti e verso coloro i quali a 58 anni di età e 18 anni di contributi si sono ritrovati fuori, con l’aggravante oltre che senza stipendio anche senza pensione, non essendo stati emanati dal Ministero del Lavoro i decreti attuativi della legge.

 

Non solo senza pensione, dunque, ma anche senza l’assistenza sanitaria Casagit per avere la quale hanno dovuto provvedere di tasca propria. E questo stato d’incertezza e di caos, non risparmia gli ultimi redattori rottamati. Però lo spazio economico per nomine, promozioni ed assunzioni, di fatto, ci sono, eccome: e ci sono anche per nuovi sistemi tecnologici.

 

Intoccabili tanti dirigenti, amici degli amici di politici e manager Eni, dei quali non si conosce il livello e il grado di produttività.

 

C’è allora da chiedersi se e quanto fosse reale lo stato di crisi, in base al quale si è stati ammessi ai benefici della 416, dal momento che 5,5 milioni di euro sono stati spesi tra ristrutturazione della nuova sede e sistemi tecnologici più ovviamente i costi di nomine, promozioni ed assunzioni, e quelli per la fascia dei dirigenti.

 

Non solo: si è riusciti a riciclare in una parallela attività editoriale del gruppo (la rivista Oil) addirittura l’ex-direttore dimesso il 24 novembre 2010 nonostante avesse ampiamente maturato tutti i requisiti per la pensione! E alla barba dei sacrifici richiesti non solo ai giornalisti ma anche ai poligrafici si aprono sedi all’estero: Kenya e Congo, a Mosca e Huston, dove e’ stata trasferita da anni una redattrice in carico alla sede di Roma!

 

Non è un elegante e signorile il modo di gestire le persone: sia per chi esce sia per chi è assunto con parametri non contrattuali.

 

Messi abilmente gli uni contro gli altri, vien fuori da una parte una mattanza di professionalità da cui si salva chi ha, come si dice, ha qualche santo in paradiso e dall’altro uno sfruttamento ignobile. E nessun pensiero va a chi, già fuori, è senza pensione e senza assistenza, come per chi essendo nella lista di proscrizione deve difendersi con le unghie ed i denti la propria professionalità e qualifica maturate nel corso degli anni… Il sindacato? La FNSI? E chi li ha visti e sentiti?

 

Diversamente da altre testate, vedi la Rai, dove la presenza e la voce della FNSI e dell’Usigrai si vede e si sente quotidianamente, l’Agi è zona franca. Eppure anche la Rai è azienda partecipata dal Tesoro però, a differenza dell’Eni, non fa utili ed è terra di conquista per partiti e correnti di partito, a differenza del cane a sei zampe.

 

Ora però morde l’attesa per conoscere il nuovo CdA dell’Eni che a cascata comporterà cambiamenti nelle diverse società del gruppo, compresa l’Agenzia Italia. E una certa influenza sulle nomine per il CdA dell’Eni può averla l’inchiesta dei Pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio sul ruolo di Luigi Bisignani, già ribattezzata P4 e che a ben guardare non manca di avere punti di contatto con l’originaria P2 e il filone romano della P3. Sono nomi che ritornano. Dall’indagine finora è trapelato pochissimo, ufficialmente La Monica è ancora l’unico indagato.

 

Ma si può pesare la caratura della storia mettendo in fila i nomi dei testimoni già sentiti: l’ad dell’Eni Paolo Scaroni, i ministri Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo, il finanziere Francesco Micheli, il direttore dei servizi segreti militari Adriano Santini, l’editore dell’Avanti Valter Lavitola e il direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni. E se – stando ai rumors – Gianni Letta pare voglia tutelare in ogni modo Scaroni riconfermandolo alla guida dell’Eni, non si esclude l’arrivo di Mauro Masi, ormai in fuga dalla direzione generale della Rai.

 

Da non sottovalutare poi il Ministro del Tesoro, Tremonti che molto poco apprezza il management dell’Agi: tra i suoi candidati Alessandro Profumo, defenestrato da Unicredit pochi mesi fa e pronto per la presidenza dell’Eni dove costituirebbe un perfetto competitor di Scaroni.

 

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