CONGRESSO FNSI/1 – Al guinzaglio degli editori


La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una scelta dei servi

Indro Montanelli


Il XXVI Congresso nazionale della Fnsi s’è concluso con la conferma di Franco Siddi e Roberto Natale nei ruoli rispettivamente di segretario generale e di presidente e con l’impossibilità per Senza Bavaglio di partecipare con suoi candidati alle elezione del consiglio nazionale. Sugli oltre 300 delegati totali al congresso, Senza Bavaglio, presente con

sei suoi delegati, non è riuscita infatti a raccogliere le 20 firme necessarie per poter presentare la sua lista di candidati. Ci siamo fermati a 19: oltre ai suoi delegati, solo altri 13 delle altre correnti hanno voluto concedere la propria firma.

 

La federazione nazionale del sindacato dei giornalisti non ha dunque nessun rappresentante di Senza Bavaglio nei suoi organi. Ciò vuol dire che l’opposizione alla nuova giunta di governo del sindacato si ritrova indebolita, il che non è bene in un’epoca nella quale gli editori tendono a farsela sempre più da padroni e il sindacato scambia per modernità l’allinearsi ai desideri e a volte ai diktat degli editori.


Il clima che si respirava era ben descritto dalla clausola, ribattezzata non a caso “clausola Senza Bavaglio”, inserita nella striminzita riforma dello Statuto per modificare il quorum necessario per essere eletti nelle singole associazioni regionali stampa in modo tale da rendere di fatto impossibile l’elezione di candidati di SB e di altre eventuali “fastidiose” componenti di minoranza.


La maggioranza uscente, e rientrante, ha tentato energicamente di far votare la riforma a voto palese e in blocco anziché per singoli punti, abbinandola all’allungamento del mandato ai vertici da tre a quattro anni, in modo da soffocare con maggiore certezza le minoranze che non siano solo di contorno o affamate di poltroncine, ma il tentativo non è riuscito.


Oltre 90 delegati hanno detto chiaro e tondo, anche abbandonando l’aula al momento opportuno, che il voto doveva essere segreto e per punti, e di fronte alla prospettiva di una rottura clamorosa, che avrebbe potuto innescare anche la nascita di una Fnsi alternativa a quella esistente, c’è stato un saggio ripensamento.


E così nel segreto dell’urna, liberi dal controllo occhiuto dei capi e dei capetti, la norma antidemocratica del quorum è stata bocciata. E a sorpresa, pur non essendo candidato,  sono comparsi almeno 30 voti a favore di Massimo Alberizzi, uno degli artefici di Senza Bavaglio, per l’incarico di segretario generale della Fnsi.


Trenta voti, più alcuni non attribuiti “perché il nome non si legge bene”, sono pari a un non trascurabile 10% del totale dei votanti: altro segno che soffocare l’opposizione e Senza Bavaglio non è poi così facile.


L’esclusione di SB dal consiglio nazionale, con la mancata conferma dello stesso Alberizzi, è dovuta tecnicamente a una errata informazione: contrariamente a quanto ci era stato detto, non è vero  che le firme dei presentatori delle liste potevano essere solo di non candidati. Certo, la legge non ammette ignoranza e quindi la responsabilità di essere stati, in buona o cattiva fede, male informati è solo nostra.


Resta il fatto che l’assenza di rappresentanti di Senza Bavaglio nel consiglio nazionale della Fnsi è dovuto più che alla forza altrui a un errore nostro. Non solo a un errore però, ma anche alla scelta di fondo che quell’errore ha reso  possibile: la scelta, vale a dire, di NON arrivare a compromessi inappropriati o comunque ineleganti, pur di acchiappare qualche posto.


Nessuno potrà dire che Senza Bavaglio si vende o baratta i suoi voti in cambio di qualche poltroncina o seggiola.


Piuttosto che abbassarsi, meglio restare fuori e continuare ad essere fucina di idee e gruppo di opinione. Fermo restando il fatto che in più d’una regione e in più di un organismo della categoria giornalistica (Inpgi, Casagit, Ordine) non siamo affatto solo un gruppo di opinione.


I sei voti di Senza Bavaglio sono stati convogliati sui colleghi di Puntoeacapo, Fabio Morabito e Corrado Giustiniani, praticamente identici a noi per posizioni politiche e sindacali, e di Aurelio Biassoni, che ci aveva aiutato nella raccolta delle firme. I nostri voti sono stati determinanti per far avere un consigliere in più alla loro lista.


Bene. Per oggi fermiamoci qui. Nei prossimi giorni le informazioni più specifiche.


Pino Nicotri

Consigliere generale INPGI

Senza Bavaglio

1 – continua


 

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