CASAGIT/Urge il bilancio attuariale

C’è qualcosa che non capisco. L’Inpgi usa farsi fare periodicamente da specialisti di rango uno studio previsionale sull’andamento del proprio bilancio di qui a 10-20 anni. In gergo si dice “bilancio attuariale”. Leggendo il quale si può capire come andranno grosso modo le cose nel futuro non immediatissimo. Insomma, una specie di radar, uno strumento utile a scrutare meglio l’orizzonte e la rotta onde evitare per tempo alla nave Inpgi, come tutte le navi lenta a virare, di finire sugli scogli o in una secca. Onde evitare cioè non solo l’affondamento, ma anche disastri meno definitivi.

Poiché anche gli attuari – come si chiamano gli specialisti che tracciano i bilanci attuariali – possono sbagliare, ho più volte chiesto in Consiglio generale che l’Inpgi dia ogni volta l’incarico non a un solo attuario, come ha invece sempre fatto, ma a due: in modo da poter così confrontare le loro previsioni di lungo corso e vedere se coincidono, verifica utile per vederci chiaro in eventuali punti di discordanza. Chi ha la responsabilità di dover pagare le pensioni a migliaia di colleghi non può infatti permettersi il lusso di sbagliare.

Ciò detto, non capisco perché non faccia altrettanto anche la Casagit. Il suo Consiglio di amministrazione ha ammesso che il buco nei conti della Cassa si è dilatato, euro più, euro meno, a ben 19 milioni.

Infatti il Fondo di garanzia, vale a dire la riserva per coprire eventuali risultati negativi, è precipitato da 28,2 milioni ad appena 8,7 milioni di euro. E non è finita: anche per il 2009 e 2010, nonostante gli aumenti di stipendio sanciti dal nuovo contratto nazionale collettivo di lavoro, è previsto il deficit: 2 milioni per il 2009 e 1,2 milioni per il 2010, pari a un totale di altri 3,2 milioni di euro. Si tratta di una cifra superiore di 1,1 milioni al salasso di 2,1 milioni di euro deciso di recente, salasso da realizzare mettendo le mani nelle tasche dei colleghi per aumentare il prelievo relativo ai familiari a carico.

A fare emergere il buco è stato il passaggio della contabilità dal criterio di cassa a quello di competenza. Male, molto male che non ne abbiano avuto il benché minimo sentore i soliti noti che – sempre gli stessi – governano da anni la Casagit in assoluto monocolore. Un buon attuario sarebbe invece riuscito a scorgerlo in anticipo.

La conclusione quindi è molto semplice. Se la Casagit non usa farsi fare i bilanci attuariali, provveda di corsa a prendere anche lei questa abitudine. Se invece usava farseli fare, provveda di corsa a prenderne a pedate l’estensore.

Pino Nicotri
Senza Bavaglio
Consigliere generale Inpgi

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