Il Messaggero “Ci siamo arresi”

Il Comitato di redazione del Messaggero esprime la sua più assoluta contrarietà ai contenuti dell’ipotesi d’accordo raggiunta questa notte tra la Fnsi e Fieg.

Se approvato dal referendum della categoria, questo sarà un contratto di resa, che consegna il destino dei giornalisti nelle mani degli editori. Basti pensare all’istituto del distacco, con il quale le aziende potranno spedire i colleghi in altre sedi del gruppo editoriale, distanti anche centinaia di chilometri, e per un periodo di ben due anni, rinnovabile. Non è difficile immaginare che questo strumento sarà usato preferibilmente nei confronti dei giornalisti più scomodi, o di quelli più anziani, come arma di ricatto per indurli a togliersi di mezzo prima del tempo.

In più è stata apportata una modifica dell’articolo 33, fino ad oggi ripetutamente negata dal segretario Siddi, che autorizza gli editori di aziende che abbiano uno stato di crisi (peraltro assai facile da ottenere) a mandare a casa i giornalisti con 35 anni di contributi e 59 d’età.

E ancora: c’è un nuovo meccanismo di computo degli scatti di anzianità, che farà perdere ai colleghi che iniziano adesso almeno il 40 per cento della retribuzione, e a tutti, giovani e anziani, il 20 per cento sulla pensione, rispetto ai criteri in vigore oggi, che oltretutto tutelano i giornalisti meno inclini a piegare la schiena in cambio di avanzamenti di carriera.

L’ipotesi di accordo sembra soltanto offrire l’alibi agli editori per avviare gli agognati processi di ristrutturazione e svuotare le redazioni, senza peraltro vincolarli a nuove assunzioni. Dopo quattro anni di attesa, 18 giorni di sciopero e una trattativa tutt’altro che trasparente, i conti non tornano e a pagare sarà anche l’opinione pubblica, perché con giornalisti tuttofare, preferibilmente rintanati nei loro uffici a convertire freneticamente su diverse piattaforme le notizie che giungono da fonti esterne, ne soffrirà la qualità dell’informazione.

Il Comitato di redazione del Messaggero invita pertanto tutti gli altri organismi ad analizzare con attenzione il testo dell’ipotesi, e a organizzare una risposta adeguata fin dalla prossima Conferenza nazionale dei Cdr il 3 aprile.

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