Anche la colf diventa giornalista

Avvertenza: I personaggi e i fatti riportati nelle pagine del “Diario di Piero” sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce.

Milano, 28 febbraio – Nella casa editrice “Select One”, che realizza servizi giornalistici per importanti periodici nazionali, la signora addetta alle pulizie è stata promossa giornalista sul campo. Me lo ha confidato il collega Marco Rossi, aggiungendo che la redazione oggi è composta da 4 giornalisti (un professionista e tre pubblicisti) e da una decina di redattori improvvisati (studenti della scuola media superiore, pensionati e perfino un fruttivendolo intraprendente).

Nessuno è assunto a tempo indeterminato. I giornalisti lavorano con diversi contratti di collaborazione, gli altri per diverse ragioni “in nero”. Fino al 2002 la redazione era composta da 12 giornalisti, poi molti sono andati via quando il grande capo della casa editrice ha iniziato a imporre i non entusiasmanti contratti a progetto e obbligato diversi giornalisti ad aprire la partita Iva in cambio di 800 euro al mese. Il lavoro non manca. Ogni giorno devono essere realizzati servizi, inchieste, interviste. Ci sono grandi testate che anziché assumere giornalisti, preferiscono affidare gran parte del lavoro redazionale a strutture come la “Select One” che per risparmiare e guadagnare di più utilizzano pochi giornalisti e molti redattori improvvisati pagati in nero.

I quattro giornalisti rimasti alla “Select One” non riescono più a smaltire il carico di lavoro. Hanno chiesto al capo un incremento del corpo giornalistico ma sono arrivate soltanto altre persone incapaci di svolgere un lavoro di redazione.
Il fondo del barile è stato raggiunto all’inizio dell’anno quando il capo, a causa della mole di lavoro, ha promosso giornalista la signora delle pulizie, una rumena di 35 anni. Ha poggiato la scopa al muro e si è seduta davanti a un computer.
Il grande capo in persona le ha insegnato la formidabile tecnica del copia e incolla delle agenzie di stampa (tra l’altro molta praticata dalle nuove generazioni dei giornalisti). L’inserviente non ha ancora una buona padronanza della lingua italiana ma è abbastanza sveglia da invertire periodi e combinare tra loro diversi lanci di agenzia, confezionando degli articoli. E il gioco è fatto. In redazione arriva di tutto fuorché giornalisti. Marco Rossi resiste, anche perché tiene famiglia.
E se si lamenta troppo rischia di essere sostituito con un rigattiere.

È tutto per oggi

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