Corri per la provincia a tue spese

CorriMilano, 21 gennaio – Questa mattina ho incontrato Marta. È una giornalista professionista di cronaca nera, 35 anni, laureata in legge, esperta di criminologia, madre di tre figli. L’ho trovata in perfetta forma anche perché da due anni ha interrotto la stressante collaborazione con lo storico quotidiano regionale “Le Notizie”.

Dalla mattina alla sera correva da una parte all’altra della provincia, senza uno straccio di contratto, a proprie spese e in cambio di compensi da fame: 10 euro per un articolo e 5 euro per una notizia (ovviamente lordi).

I compensi di altri quotidiani provinciali e regionali non sono tanto diversi, al massimo pagano 26 euro ad articolo. Tutti lo sanno ma nessuno prende provvedimenti, anche perché le materie grigie della categoria sostengono che la colpa è del giornalista che accetta il compenso esiguo (magari per riuscire a mangiare qualcosa) e non di chi lo impone facendo leva sulla propria forza.

Inutile tentare di chiedere l’applicazione del tariffario annuale elaborato (e poi non fatto rispettare) dall’Ordine dei Giornalisti.

Inutile tentare di ottenere un inquadramento contrattuale, anche a tempo determinato, perché la riposta di direttori ed editori è sempre la stessa:”Non possiamo. Nessuno assume. Devi accettare queste condizioni perché dietro la porta c’è una fila lunghissima di giovani aspiranti giornalisti pronti a prendere il tuo posto anche gratis”.

Molte redazioni, tra l’altro, sono piene di rampanti stagisti che, di fatto, svolgono senza esperienza lavoro di redazione a costo zero. Non si creano problemi perché sanno che, indipendentemente dalle loro qualità professionali, saranno sistemati, coccolati ed elogiati.

Adesso Marta scrive per un settimanale di provincia, dove può contare su uno straccio di contratto di collaborazione. Mi ha rilevato che prima di approdare al settimanale ha ottenuto uno stage di tre mesi, in un quotidiano nazionale, che è finito molto male.

Ha lavorato sodo per mettersi in vista e sperare almeno in una collaborazione. In effetti, qualcuno l’ha notata: un vecchio caporedattore e sindacalista prossimo alla pensione. Una sera l’ha inviata a prendere un caffè vicino al bar della redazione e, senza troppo giri di parole, le ha proposto un rapporto sessuale in albergo in cambio di una piccola collaborazione al termine dello stage.

Marta ha iniziato a tremare come una foglia ma il vecchio porco ha insistito arrivando anche ad allungare le mani sotto il tavolo. La collega l’ha fermato e l’ominide ha reagito con tono sprezzante e la bava alla bocca: “Non fare la santarellina. Questo è il sistema migliore per entrare in un giornale. Accetta o lascia perdere questa professione. Mi basta anche un rapporto orale per farti firmare qualche articolo dopo lo stage”. La donna gli ha mollato un ceffone ed è scappata via. La fine del suo stage è stata anticipata di due settimane.

Marta ha fatto la scelta giusta. Oggi lavora con dignità e solo grazie alle sue capacità professionali. Il vecchio porco, nonno di quattro nipotine, invece è andato in pensione e svolge attività sindacale per i giornalisti. Speriamo bene. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

È tutto per oggi.

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